Più che un addio, un arrivederci al tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto. Le parole con cui Massimo Giletti si è congedato ieri alla fine dell’ultima puntata della stagione di ‘Non è l’Arena’ hanno fatto pensare a molti che il giornalista sia intenzionato a lasciare l’emittente. Ma fonti ben informate – interpellate dall’Adnkronos – raccontano un altro scenario. Quello di un saluto dovuto alla fine di una stagione che coincide con la scadenza del suo contratto biennale, già rinnovato una volta due anni fa. E di un esito tutt’altro che scontato.
“Questa è stata l’ultima puntata di ‘Non è l’Arena’. Sono stati quattro anni straordinari vissuti qui su La7. Vi auguro una felice estate. Ad maiora. Grazie”, ha detto Giletti salutando il pubblico mentre in sottofondo partiva un significativo passaggio del brano di Vasco Rossi ‘Un mondo migliore’: “Non è facile pensare di andar via/E portarsi dietro la malinconia”.
Un passaggio che sembra richiamare la situazione reale, perché in questo momento non ci sarebbero accordi già raggiunti con altri gruppi o emittenti. Nelle scorse settimane si era vociferato di contatti del giornalista con Rai2, la rete che in effetti è quella che ha più bisogno di rinforzare la proposta di approfondimento informativo. Ma al momento non ci sarebbe nulla di concreto all’orizzonte. E ancora più difficile sembra immaginare un suo approdo su Mediaset o sulle reti del gruppo Discovery. Più facilmente Giletti tratterà con La7 il rinnovo del suo contratto, a coronamento di 4 anni che gli hanno dato non poche soddisfazioni in termini di ascolti e di visibilità.
D’altronde lo stesso Giletti, una settimana fa, aveva parlato con entusiasmo del suo rapporto con l’emittente dove è approdato 4 anni fa dopo circa 30 anni trascorsi in Rai, quando Viale Mazzini decise di cancellare la sua ‘Arena’. In un’intervista a ‘Sette’ Giletti aveva detto di sentirsi “molto” libero a La7: “Le battaglie politiche che sto facendo qui non avrei mai potuto farle in Rai. Non ho mai avuto pressioni né dal direttore, né dall’editore. A La7 porto avanti la mia lotta alla sottocultura che amplifica la mafiosità”, aveva aggiunto il giornalista che da circa un anno vive sotto scorta proprio dopo le minacce di un boss mafioso.
Nella stessa intervista, sulle voce di un suo possibile ritorno in Rai, aveva detto: “Chi fa numeri importanti è oggetto di attenzioni, ma io scelgo sempre con il cuore e non potrò mai dimenticare che il giorno in cui stavo seppellendo mio padre, nel gennaio 2020, mi son sentito abbracciare alle spalle: mi sono girato e c’era il mio editore, Urbano Cairo (presidente di La7 e Rcs, ndr). La sera prima era a Roma, ha fatto uno sforzo notevole per arrivare nel Biellese. Queste cose non si dimenticano”. Difficile ora immaginare un improvviso divorzio.