Una notizia che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo, lasciando muti milioni di appassionati di calcio: a 79 si è improvvisamente spento il grande Gigi Riva.
‘Rombo di tuono’, come veniva affettuosamente chiamato il grande marcatore negli anni d’oro della sua inimitabile carriera, aveva accusato un malore nel pomeriggio, mentre si trovava nella sua casa.
Ricoverato d’urgenza presso il reparto di cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari, inizialmente avevano però tranquillizzato le notizie secondo cui il ‘numero 11 per antonomasia’ era stato stabilizzato.
Invece poco fa quello che nessuno avrebbe ascoltare: Gigi Riva è morto.
Riva era letteralmente innamorato dell’Isola dove lui, lombardo di nascita e povero, approdò giovanissimo con la sorella maggiore (orfani di entrambi i genitori), sentendosi fin da subito adottato.
Infatti, pochi anni dopo, quando a suon di gol iniziò a salire alla ribalta delle cronache sportive nazionali, malgrado le numerose e sontuose offerte dei grandi club di serie A (si racconta che negli Settanta, per il cambio di maglia, la Juventus gli avrebbe offerto addirittura un miliardo di lire), rifiutò puntualmente giurando eterna fedeltà al ‘suo’ Cagliari, al quale fece vincere anche un esaltante scudetto.
Appena si è diffusa la notizia, da subito si son susseguiti i messaggi di condoglianze, dal mondo dello Sport, della Politica, e della Cultura. Tuttavia, il dolore più grande e palpabile è quello degli italiani, che da sempre riconoscono Gigi Riva come un ‘monumento nazionale’.
Ed ora l’addio, con la ‘sua’ Cagliari (per domani il comune del capoluogo sardo ha proclamato il lutto cittadino), ad accompagnarlo nell’ultima passeggiata in città…
Max
