Tutti in piedi per Gigi Proietti. L’ultimo spettacolo, il più sentito, non concede il bis. Eppure lì al Globe Theatre, dove il feretro dell’attore romano si è fermato prima di giungere nella Chiesa degli Artisti, il suo nome rimarrà per sempre. Colleghi e parenti lo hanno salutato seduti sugli spalti del teatro di Villa Borghese che gli è stato intitolato. Lo hanno applaudito per 10 minuti mentre lasciava per l’ultima volta il suo palco.
Dove si sono avvicendati gli amici di sempre. Commosso il saluto di Marisa Laurito, la prima a parlare: “L’altra sera ho guardato ‘Preferisco il paradiso’, e ho capito anch’io. Questo lutto è di tutti. Era generoso, sempre pronto a dare un consiglio, a correre in aiuto. Quando veniva in camerino da me non entrava un amico: entrava il teatro elegante, il teatro signore, appassionato, sincero, sapiente. Quando mi diceva di sì, io tiravo un sospiro di sollievo come avessi ricevuto una laurea, perché sei sempre stato un maestro per tutti noi. Qualcuno ha detto che non si muore finché troverai qualcuno che parla di te: allora tu non morirai mai. Sei un monumento. Questo è un giorno che non avrei mai voluto vedere”.
Alle 12 l’arrivo alla chiesa degli Artisti, dove ad attenderlo non c’è la folla oceanica dispersa dall’emergenza. Ma 60 persone, le più strette, che seguono la funzione religiosa mentre le strade adiacenti sono transennate per evitare assembramenti.