Non è solo la nefasta presenza della radioattività, da quel maledetto giorno 35 volte superiore alla norma, quanto la spina nel fianco che ha di colpo messo in discussione la tecnologia e la laboriosità di un popolo piegato da un nemico i cui elementi rappresentano invece da millenni un motivo di culto: la natura. Oggi il Giappone si ferma per omaggiare i suoi 18mila figli inghiottiti dal terribile tsunami, ed il conseguente, terribile incidente occorso allimpianto nucleare di Daiichi. In particolare, furono 15.894 le vittime accertate, e 2.561 i dispersi. Puntuali, alle 2.46 del pomeriggio (ora locale), i nipponici hanno osservato un minuto di silenzio nel momento esatto in cui, 5 anni prima, nei fondali marini della costa orientale partiva la prima scossa sismica di magnitudo 9. Come detto, allinferno del terremoto seguì il terribile tsunami che investendo in particolar modo tre prefetture: Iwate, Miyagte e Tohoku, in questultima danneggiò il sito nucleare di Fukushima, dando vita al disastro nel disastro. Degli allora 470mila sfollati, ad oggi in 174mila sono ancora in cerca di sistemazione, mentre circa 60mila vivono in prefabbricati e strutture provvisorie. Nel Paese sono previste numerose cerimonie, in serata l’imperatore Akihito ed il premier Shinzo Abe parteciperanno in una cerimonia organizzata al Teatro Nazionale di Tokio.
M.