Tra le tante voci che si sono espresse nel mondo politico dopo la morte di Gianni De Michelis anche quella dell’altra figlia di Craxi, Stefania, la quale ha avuto parole molto significative al riguardo. Dal suo punto di vista infatti Stefania Craxi ricorda come “se ne va una delle menti più lucide che ha attraversato la nostra Repubblica.
Uomo di governo, ministro del Lavoro, ministro degli Esteri, ha sempre svolto il suo incarico con amore per il suo paese. E stata una delle figure di spicco del partito socialista che ha segnato la prima Repubblica. Ed è stato vicino a mio padre sempre, nella buona e nella cattiva sorte.
Morte Gianni De Michelis, l’omaggio dei colleghi: da Stefania Craxi a Casini
“Con Gianni abbiamo diviso la vita di una comunità fatta di battaglie ideali, confronti politici e di momenti di condivisione amicale, di divertimento anche.Ricordo di essere andata anchio a ballare con lui, cosa per la quale venne molto attaccato., ha continuato a ricordare Stefania Craxi.
Tante volte anche quando si andava ai congressi capitava di concedersi momenti di svago, mi ricordo, ad esempio, che al congresso di Rimini andammo a ballare al Paradiso. Tra le figure politiche che hanno voluto esprimersi nel merito, anche quella di Pier Ferdinando Casini: il quale ha voluto ricordare Gianni De Michelis quale “uno dei più intelligenti e brillanti ministri degli Esteri della Repubblica Italiana.
Un uomo leale con gli avversari, che non ha mai tradito i suoi amici nella buona e nella cattiva sorte. Dovremo approfondire certe sue intuizioni sulla politica internazionale. Ha sofferto molto negli ultimi anni. Ora riposi in pace”. Si aggiunge il ricordo di chi lo ha conosciuto molto bene, Maurizio Sacconi: “Piango l’amico caro e il maestro vero che ha insegnato a me, come a molti altri, a coniugare sempre nella dimensione pubblica l’azione immediata con la visione di lungo periodo.
Fu non a caso capace di preveggenza e di intuizioni che, se ascoltate, avrebbero consentito di affrontare per tempo grandi fenomeni come le migrazioni e di cogliere grandi opportunità come i cambiamenti geopolitici. Aveva una cultura larga, di base, che alimentava con la continua curiosità del leggere e del vedere. Lascia il monito a che la politica non sia mai cosa piccola e contingente”.