(Adnkronos) – Pensi alla storia della discesa libera italiana e il primo nome che viene in mente è quello di Kristian Ghedina. Ecco perché, quando ieri sera Ghedina è arrivato nella lounge del campo sportivo di Fiames, dove è in corso la prima tappa dell’edizione 2023 di Italia Polo Challenge “IPC 2023 Trofeo u.s. Polo Assn”, in molti gli si sono avvicinati per chiedergli una foto, fargli firmare un casco o per vedere se fosse davvero lui. Non ha perso la passione per la neve, Ghedina, che in mattinata aveva sciato sulle piste di Cortina che conosce come le sue tasche in compagnia di un’altra leggenda come Deborah Compagnoni e che, una volta conclusa la carriera agonistica che lo vide come primo italiano della storia a trionfare sulla mitica Streif di Kitzbuehel, è stato protagonista anche di gare automobilistiche, ovviamente di velocità. E il polo? “Ho provato a giocare qualche tempo fa, a Misurina – racconta -. E devo dire che l’ho trovato uno sport affascinante e molto divertente. Ho visto le due partite di stasera (ieri, ndr) e il fascino di veder giocare i cavalli su un campo ricoperto di neve è bellissimo”.
Bellissimo, per tutti gli italiani, è stato vivere la sua epoca: se Alberto Tomba è stato il re delle discipline tecniche, è grazie a Ghedina che ci siamo innamorati di quelle di velocità, che gli hanno permesso di vivere ben cinque edizioni dei Giochi Olimpici. Albertville 1992, Lillehammer 1994, Nagano 1998, Salt Lake City 2002 e Torino 2006. Ironia della sorte, l’ultima Olimpiade disputata in Italia prima di quella in programma nel 2026 a Milano e proprio a Cortina. “Posso solo fare l’in bocca al lupo al polo, augurandomi un giorno di vederlo inserito nel programma dei Giochi perché ha tutte le caratteristiche per farne parte – ancora Ghedina -. Gli sport da stadio, come sarebbe anche il polo, poi regalano sempre atmosfere particolari”.
Una cosa è certa: i risultati non si raggiungono senza il lavoro e senza fare sacrifici. “Me lo ha insegnato la vita – spiega Ghedina, oggi consigliere nazionale dell’Anaoai, l’associazione degli atleti olimpici e azzurri d’Italia -. Oggi, per via delle nuove tecnologie, delle abitudini e di un modo di pensare che è cambiato, vedo sempre meno giovani avvicinarsi allo sport. La cultura, quella sportiva, va ritrovata in ognuno di noi. Qui a Cortina c’è la sezione dell’associazione con il maggior numero di iscritti in tutta Italia, segno che c’è voglia di sport. Ma è in tutta Italia che si deve tornare a sviluppare questa cultura e, in questo senso, ben vengano sport emergenti e da praticare all’aperto come il polo”.
Dopo le prime due giornate della fase a gironi c’è il nome della prima squadra finalista: è il Natuzzi Polo Team che, dopo aver vinto la gara d’esordio contro il Grand Hotel Savoia Polo Team si è ripetuto – sempre di misura – contro Kadermin Union, aggiudicandosi aritmeticamente il proprio girone. Una partita, finita 6-5 1/2 grazie a una grande rimonta della squadra che lo scorso anno conquistò il torneo, ma con un rigore fallito nel finale da Hauptmann che avrebbe potuto dare il successo al team capitanato dall’azzurro Stefano Giansanti. Più equilibrato (11-3) il successo di U.S. Polo Assn. su Blue Ocean Finance. Il match di stasera contro Riccione eleggerà la squadra che sabato alle 19.30 affronterà Natuzzi per il titolo, in una giornata che sarà aperta dalle finali per il 5° (17.30) e per il 3° posto (18.30).