La Csu, il partito storico che controllava la Baviera dalla fine della seconda guerra mondiale, sta per lasciare la guida della regione tedesca per la seconda volta in più di 60 anni. Infatti gli exit poll dicono che la Csu ha raggiunto solamente il 37,4%, retrocedendo di 12 punti rispetto al 2014. Si prospetta unalleanza, definita dai media tedeschi “coalizione bavarese”, formata da Csu e il Freieheitlichen Waehler, partito conservatore che ha raggiunto l11,5%. Se questo non fosse sufficiente, la Csu dovrebbe cercare di accordarsi anche con l Fdp, attualmente stanno al 5%. Una coalizione, quella bavarese, che farebbe molto comodo a Markus Soeder, il governatore uscente della Csu che, in questo modo, non perderebbe il suo posto. Lo stesso Soeder ha commentato i risultati della prima tornata elettorale, definendola una “sconfitta”, ma ha ribadito che il suo partito ha “una responsabilità di governo” nei confronti dei Bavaresi. Ma la vera star della giornata sono i Verdi, che raggiungono un risultato storico: il 17,7%: alle ultime elezioni avevano raggiunto l’8,5%. L’Afd arriva all’10,2% e si assicura l’ingresso nel parlamentino regionale. Bruciante, invece, la sconfitta della Spd che dimezza letteralmente i voti: dal 20,6% crollano al 9,6 rispetto al 2013. Volker Bouffier, governatore cristianodemocratico dell’Assia e fedelissimo di Angela Merkel, lo ha detto a chiare lettere in un’intervista apparsa stamane sulla Welt: “la Csu non ha aiutato molto la reputazione dell’alleanza Cdu/Csu”. La Baviera, per molte ragioni, potrebbe essere un’elezione cruciale. Per i destini della regione più ricca della Germania, ma anche per quella del governo di Angela Merkel. Soprattutto, per la seconda volta nella storia, la Csu ha perso la maggioranza assoluta dei voti. Proprio a causa di quel Horst Seehofer che era riuscito a riconquistarla nella scorsa legislatura. Molti imputano al ministro dell’Interno ed ex governatore del Land il pessimo risultato della Csu, a causa di una politica aggressiva sui profughi che avrebbe regalato una valanga di voti all’Afd e spaventato molti elettori che potrebbero preferire oggi ai cristianosociali un partito conservatore come i Freien Waehler che non ha mai trasformato la questione migratoria in un’ossessione. Uno che ha sempre cercato di scaricare le colpe della debacle della Csu su di Seehofer è stato, fino a una settimana fa, il governatore della Baviera, Markus Soeder, suo storico rivale. Ma secondo Bild i due avrebbero deciso un patto di ferro per rimanere aggrappati alle loro poltrone. Un patto che potrebbe subire tuttavia l’assalto del capogruppo del PPE, Manfred Weber. L’esponente dell’ala moderata del partito potrebbe porre la questione della leadership del partito sin da domattina. Secondo qualcuno anche il successo dei Verdi sarebbe imputabile, in parte, ad elettori inorriditi dalle parole d’ordine di Seehofer e del governatore della Baviera Markus Soeder contro i profughi. Anche se una parte consistente del voto ambientalista potrebbe arrivare dalla Spd, che oggi rischia un’altra, storica sconfitta. Tra le possibili coalizioni, a Monaco si parla soprattutto di Csu/Freie Waehler/Fdp, un’alleanza tra le due forze conservatrici conservatori e la Fdp. Le differenze tra i due partiti sono minime, e le possibilità di accordarsi su temi centrali sarebbero maggiori. Soprattutto, è una combinazione che garantirebbe a Soeder la sopravvivenza alla guida della Baviera. Ma l’ipotesi di cui sono maggiormente innamorati i politologi di mezza Germania è quella tra Csu e Verdi. In altre regioni e città è caduto da tempo il tabù dell’alleanza tra conservatori e ambientalisti – si pensi all’”Autoland”, Baden-Wuerttenberg, sede di Daimler e Porsche e cuore dell’industria automobilistica tedesca, dove un governatore verde, Kretschmer, governa da un paio di anni con la Cdu. Anche se in Baviera ci sono ancora molte resistenze (il capogruppo Thomas Kreutzer continua ad escludere un’alleanza del genere), la Csu si è già seduta al tavolo con gli ambientalisti, per provare un’intesa. A Berlino, durante i negoziati per il Merkel IV con la coalizione Giamaica, lo scorso inverno (fallita per il no dei Liberali e non per screzi tra Csu e Verdi). In ogni caso, se in Baviera dovesse emergere un’alleanza tra cristianosociali e il partito della giovane e carismatica Katharina Schulze, sarebbe il segnale definitivo che i Verdi hanno raggiunto il centro dello spettro politico. Quanto ai riflessi su Berlino del voto in Baviera: stamane non è un caso che sia venuto allo scoperto anche Volker Bouffier: a Berlino quasi nessuno pensa ormai che un disastro della Csu in Baviera possa compromettere seriamente la cancelliera. Forse Seehofer sarà sacrificato per consentire alla Csu di scaricare le colpe su qualcuno (così come non è affatto scontata la rielezione di Soeder). Ma se invece dovesse cadere il governatore dell’Assia, alle elezioni che si svolgeranno tra due settimane nel Land di Wiesbaden e Francoforte, Merkel potrebbe finire nella bufera, al congresso della Cdu di dicembre. E la cancelliera, che ha detto di non voler separare il ruolo di capa del governo da quella di presidente della Cdu, potrebbe essere invece costretta a rinunciare alla poltrona di numero uno del partito.