Secondo i risultati preliminari dell’autopsia, George Floyd, l’afroamericano 46enne morto lunedì scorso durante un fermo di polizia, non è morto né per soffocamento. “Gli effetti combinati dell’essere bloccato dalla polizia, le sue preesistenti condizioni di salute (ipertensione arteriosi e problemi coronarici) e potenziali sostanze tossiche hanno contribuito alla sua morte”, si legge nel referto.
Un esito contestato dalla famiglia di Floyd, che si è già rivolta al medico legale Michael Baden per una seconda autopsia indipendente. “La famiglia non si fida di ciò che arriva dal dipartimento di polizia di Minneapolis. La verità l’abbiamo già vista”, ha commentato l’avvocato Ben Crump.
Crump si riferisce al video, girato da una passante che poi lo ha postato sui social, in cui si vede un agente di polizia, Derek Chauvin, premere con il ginocchio per più di otto minuti sul collo di Floyd, bloccato a terra con la faccia sull’asfalto mentre urla “I can’t breathe“, non riesco a respirare. Chauvin è stato arrestato ieri sera con l’accusa di omicidio colposo. Le indagini sono ancora in corso e bisognerà attendere la seconda autopsia sul corpo di Floyd.
Minneapolis, nonostante il coprifuoco imposto dal sindaco della città, per il quarto giorno di fila è stato teatro di scontri e guerriglia urbana. La casa di Chauvin è stata vandalizzata al grido di Floyd. Ma la situazione è ormai fuori controllo anche in altre città. A Oakland, in California, un poliziotto che vigilava la sicurezza degli edifici federali è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco durante le proteste. Un altro agente è rimasto ferito.
A Detroit, in Michigan, è morto un manifestante di 19 anni, anche lui ucciso da colpi d’arma da fuoco sparati da qualcuno all’interno di un Suv.
Mario Bonito