(Adnkronos) – Vittoria della lista del consiglio di amministrazione uscente e ricomposizione della spaccatura nell’azionariato di Generali. Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti del gruppo assicurativo il mercato scommette sulla vittoria della lista del cda, sostenuta da Mediobanca, De Agostini e da una fetta importante degli investitori istituzionali. Ma, non amando la conflittualità prolungata che logora le società, spera anche che i principali azionisti della compagnia trovino un compromesso sulla governance e sulla crescita futura. L’assemblea dei soci di domani dovrebbe registrare un’affluenza molto elevata, attorno al 70%. E tanto più sarà elevata, più ampio è dato lo scarto fra la lista del cda, vista come vincente, e quella degli sfidanti.
La differenza di voti, secondo alcuni analisti e gestori contattati dall’Adnkronos, potrebbe anche arrivare al 10% del capitale. O comunque essere superiore al 6%, una soglia dirimente, data dalla somma del 4,42% preso in prestito da Mediobanca e dell’1,4% di De Agostini che non saranno più nelle disponibilità dei due azionisti poco dopo l’assemblea. Sotto il 6% il gruppo Caltagirone, come ipotizzato dal candidato presidente Claudio Costamagna, potrebbe impugnare l’esito dell’assise e contestarne la validità in tribunale e alle autorità di vigilanza. Se sarà determinante l’affluenza, saranno importanti anche i voti che andranno alla lista di Assogestioni, che però dovrebbe aggiudicarsi una quota molto contenuta, senza riuscire a eleggere un proprio consigliere.
Se la terza lista di minoranza, proposta da Sgr e fondi, non dovesse superare la soglia del 5% del capitale e se il cda sarà confermato a 13 componenti, ai vincitori andranno nove consiglieri e ai secondi classificati quattro posti. Riproponendo un consiglio spaccato. Una prospettiva, secondo il mercato, da evitare in ogni modo. “Alla fine si arriverà per forza a un compromesso”, fra azionisti e nel cda, dice Wolfram Mrowetz, amministratore delegato di Alisei Sim. Un accordo “è necessario per non fare altri danni” e la famiglia Benetton “può fare da paciere per trovare una ricomposizione”.
Per Mrowetz all’assemblea di domani “non ci sono dubbi che vincerà Mediobanca, anche perché la gestione di Philippe Donnet è stata buona. Ma Caltagirone ha raccolto un consenso importante e non si può ignorare questa fetta di azionisti”. Per l’ad di Alisei Sim il problema è che Generali “negli anni non si è adeguata quanto a dinamismo e presenza internazionale a quello che hanno fatto le concorrenti. E’ rimasta indietro”. E la ‘presa’ di Mediobanca è “un problema, perché non ha i mezzi per sostenere una Generali più dinamica, magari con un aumento di capitale”. Anzi, è Generali che “supporta le attività di Mediobanca e ne rimane prigioniera”.
Gli analisti di Societe Generale, che fissano il target price del titolo a 20 euro, in un report recente parlano di “una dura battaglia fra gli azionisti” per il controllo della compagnia, con entrambe le parti che hanno incontrato gli investitori per cercare supporto per i rispettivi piani. La lista del board uscente “sembra aver ottenuto il sostegno di diversi investitori istituzionali”, mentre gli sfidanti hanno consolidato la propria posizione nel capitale e “potrebbe ottenere l’appoggio di altri investitori italiani”. Indipendentemente dall’esito dell’assemblea, concludono, il titolo Generali “potrebbe rimanere sotto pressione nel breve termine a causa di fattori tecnici”.