(Adnkronos) – Dentro il cda di Generali per difendere la minoranza. La mission è chiara, ma questa volta non sarà facile. Lo scontro tra i due gruppi che si contendono il Leone di Trieste rischia di far pagare il conto proprio a loro, i candidati della terza lista per il nuovo cda presentata da Assogestioni: Roberto Perotti, già membro del cda della compagnia di Trieste, Alice Bordini, Giuseppe Guizzi e Mariarosaria Taddeo. L’associazione c’era riuscita nel 2019 mobilitando sul voto il 21,7% del capitale presente in assemblea e riuscendo a far entrare nel cda Roberto Perotti e Ines Mazzilli. E c’era riuscita anche nelle tornate precedenti, nel 2013, quando la lista di Assogestioni riuscì a convogliare il 14,72% del capitale depositato e nel 2016 con il 15,7%. Quest’anno però la corsa tra due contendenti, da una parte Mediobanca che punta le proprie fiche sul board targato Philippe Donnet e dall’altra Caltagirone, che scommette su Luciano Cirinà, rischia di complicare le cose.
All’ultima assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione è stato registrato il 51,52% del capitale. Quest’anno sarà depositato sicuramente il 17,2% dei diritti di voto di Mediobanca e l’1,4% della De Agostini propensa a indicare il cda uscente, poi il 9% e poco più di Caltagirone, il 6,6% della Delfin di Leonardo del Vecchio e l’1,7% di Fondazione Crt, tutti compatti su Cirinà. Ma pacchetti di azioni potrebbero essere rastrellati fino al 14 aprile, ultimo giorno consentito per gli acquisti vista la data dell’assemblea, il 29 aprile. Si stima che quest’anno, complice la battaglia in corso, il capitale in assemblea possa anche raggiungere la soglia di un 65-70%, ma nonostante ciò, il potenziale bacino di voti che potrebbe dirigersi verso Assogestioni rischia di assottigliarsi sensibilmente dato che nelle assemblee societarie, quando ci sono due programmi contrapposti, gli azionisti tendono poi ad allinearsi a uno dei due contendenti.
Certo un pacchetto rilevante di voti ancora escluso dai giochi è quello dei Benetton. A quanto apprende l’Adnkronos sarebbe stato deciso un cda di Edizione a ridosso dell’assembla proprio per prendere una decisione. Si parte dallo statuto della holding che prevede che oltre a Benetton group per la società sono strategiche Atlantia e Autogrill. Se Ponzano Veneto decidesse di restare neutrale, il suo pacchetto di voti pari al 3,97% potrebbe aiutare Assogestioni a superare la soglia di sbarramento del 5% per riuscire ad avere un posto a Trieste. E a complicare il percorso è anche il meccanismo di conteggio del voto rispetto al numero dei membri del cda: 13 o 15, numero che sarà votato in assemblea.
Con il numero di 13 consiglieri (così come vorrebbe l’attuale board), i posti spettanti alle minoranze sarebbero quattro. In questo caso se Assogestioni si classificasse terza aggiudicandosi fra un quarto e due terzi dei voti della lista arrivata seconda, prenderebbe un consigliere; ne prenderebbe due se superasse i due terzi dei voti, mentre nessun consigliere le spetterebbe se prendesse meno di un quarto di voti.
Se invece vincesse l’opzione di un board di 15 membri, ipotesi caldeggiata da Caltagirone e la sua lista vincesse, allora i posti per le minoranze salirebbero a 5. E se Assogestioni si classificasse terza prenderebbe un consigliere con un numero di voti fra un quinto e la metà della seconda lista, ne prenderebbe due se superasse la metà e nessuno se prendesse meno di un quinto di voti.
I gestori che hanno presentato la lista sono titolari di oltre lo 0,6% delle azioni ordinarie della compagnia assicurativa. Gli investitori sono Anima Sgr, Arca Fondi Sgr, Bancoposta Fondi Sgr, Epsilon Sgr, Eurizon Capital Sgr, Eurizon Capital, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management Sgr, Interfund Sicav, Kairos Partners Sgr e Mediolanum Gestione Fondi Sgr.
”Ovviamente è difficile dire quanti soci voteranno per la lista dove sono candidata -dice Alice Bordini all’Adnkronos- ma posso ribadire perchè votare Assogestioni. E’ vero che i diritti degli azionisti di minoranza sono tutelati per legge, però quello di organizzare e di concordare una lista di nomi che possono rappresentarli pur mantenendo l’indipendenza nel loro agire è nel dna dell’associazione. E questo per me è fondamentale. Non so se sarò eletta, ma quando mi è stato chiesto di potermi mettere in lista mi è stato garantito che la mia indipendenza nell’agire sarà sempre conservata”.
Bordini, che è Managing Director di Glc Advisors e Advisory Panel Member del Financial Reporting Council, l’autorita’ di vigilanza inglese, ricorda che l’attività di Assogestioni sul fronte delle liste per i cda è nata ”per rappresentare gli investitori istituzionali italiani, con quanto nel tempo ha incluso anche investitori esteri che hanno partecipazioni sul mercato italiano. La peculiarità del mercato italiano è quella che molte aziende quotate presentano un’azionista rilevante, anche con quote maggioritarie. In queste situazioni proteggere i diritti delle minoranze e’ fondamentale, e sono frequenti le situazioni dove sono gli investitori istituzionali ad essere in situazione di minoranza’. In tutti i casi, persone indipendenti nei consigli di amministrazione con la loro attività servono anche a rendere più cristallini certi processi a beneficio della trasparenza stessa del mercato. E le persone che conosco elette con Assogestioni in diversi cda mi garantiscono che Assogestioni lascia completa libertà nell’agire”.