E’ stato il Capo dello Stato ad aprire la commemorazione, affermando che ”Carlo Alberto Dalla Chiesa ha servito lo Stato, in situazioni e ruoli anche molto diversi l’uno dall’altro, sempre animato dalla stessa determinazione e dalla costante fiducia nella capacità delle Istituzioni di affermare la legalità. Consapevole della necessità di una visione strategica globale contro la mafia così come contro il terrorismo, cercava di individuare i punti deboli di ciascuna organizzazione criminale e gli strumenti più efficaci per colpirli. Nei suoi quattro mesi da Prefetto di Palermo, colse lucidamente le debolezze dell’attività di contrasto e i pericoli che si celavano nell’impegno isolato e non ancora ben coordinato di uomini e uffici. La sua azione contro la delinquenza mafiosa fu tragicamente interrotta ma le sue intuizioni sono rimaste nel patrimonio comune di quanti hanno continuato a combatterla. Nel ricordo del loro estremo sacrificio, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di vicinanza e partecipazione miei e di tutta l’Italia”.
Stamane a Palermo è andata in scena la commemorazione dell’efferato omicidio del Generale dei carabinieri, ed allora Prefetto del capoluogo siciliano, Carlo Alberto Dalla Chiesa e di sua moglie, Emanuela Setti.
Alla cerimonia, nel coso della quale il Presidente della Repubblica ha speso bellissime parole di stima ed affetto, hanno preso parte le più importanti autorità del Paese, ma non i figli dell’ex Prefetto.
“Il 3 settembre 1982, a Palermo, la mafia uccideva barbaramente il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, Generale dell’Arma dei Carabinieri, e sua moglie Emanuela Setti Carraro; pochi giorni dopo, per le ferite riportate, moriva anche l’agente Domenico Russo– ha tenuto a ricordare il Presidente Mattarella – A trentotto anni dalla ricorrenza del vile attentato, esprimo il commosso omaggio della Repubblica alla loro memoria”.
Nell’ambito della commemorazione ha poi preso la parola anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, la quale ha tenuto a sottolineare che “Dalla Chiesa ha avuto l’intento di riportare la legalità nella città di Palermo e soprattutto da prefetto della città, sia pure per pochi mesi, ha avuto la possibilità di incontrare tutti i sindaci e di dare un nuovo modulo operativo. Questa è l’attività svolta da Dalla Chiesa che nel corso di un lungo lavoro, anche da carabiniere, ha sempre trovato dei metodi operativi nuovi che poi ha utilizzato qui a Palermo, dove ha trovato la morte tragicamente a pochi mesi di distanza dalla morte di Pio La Torre”.
Dal canto suo invece Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa, ha scritto di un “Grande esempio di servitore dello Stato, prefetto e carabiniere, è sempre stato fedele ai valori di legalità, giustizia e democrazia. Il ricordo, ancora vivo, della sua azione coraggiosa e l’eredità morale lasciata, sono per tutti patrimonio prezioso di valori e richiamo a contrastare sempre più energicamente ogni forma di crimine e di violenza. Un dovere che abbiamo verso i nostri uomini e le nostre donne che per le istituzioni hanno sacrificato la propria vita”. Dunque, ha poi aggiunto il sottosegretario, “Nel ricordo delle vittime di quel vile assassinio e di tutti gli attentati che hanno segnato la storia del nostro Paese, troviamo la forza necessaria per riaffermare i valori della legalità ed agire quotidianamente con atti concreti contro ogni forma di violenza e terrorismo. In questa giornata di memoria, il mio abbraccio commosso e affettuoso giunga alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo”.
Max