“Ora formerò un governo”, queste le prime dichiarazione che Theresa May ha rilasciato ai media uscendo dall’incontro con la Rgina Elisabetta. Affermando che sarà un governo che darà “certezze, mantenendo il Paese sicuro, e che guiderà il processo verso la Brexit”, la May ha affermato che, “avendo avuto una stretta relazione negli ultimi anni”, il suo partito conservatore e gli unionisti nordirlandesi del Dup, collaboreranno insieme. Dunque in questo modo la premier conservatrice potrà contare su una maggioranza di 328 seggi, appena 2 oltre la soglia minima dei 326. Perché è vero che il suo partito ha vinto le elezioni in Gran Bretagna, ma non è tuttavia riuscito a conquistare la maggioranza assoluta in Parlamento, fondamentale per governare il Paese. Una tornata elettorale quella inglese che, ’partita lentamente’, ha invece registrato un’affluenza record, con il 68,7% di votanti fra gli aventi diritto, segnando rispetto alle precedenti del 2015 una percentuale maggiore del 2,6, la più alta registrata dalle elezioni politiche del 1997. In numeri, ben 46.9 milioni di elettori si sono registrati: 500mila in più rispetto ai 46,4 milioni delle elezioni del 2015. Nello specifico, sulle 650 circoscrizioni, ai Conservatori sono andati 318 seggi, mentre per mantenere la maggioranza ne occorrevano invece 326. Crecse comunque il partito Laburista, che ha ottenuto u262 seggi (+30); quindi: 35 lo Scottish National Party, 12 i Liberaldemocratici, 10 il Democratic Unionist party, 7 il Sinn Fein, Plaid Cymru se ne aggiudica 4e il Green Party 1. Tornando ’agli accordi’, c’è da spiegare che alla base dell’indedita intesa fra i Tories e il maggiore partito nordirlandese, nasce dalla comune volontà di impedire a Jeremy Corbyn, leader laburista, di poter diventare il nuovo primo ministro. Jeremy Corbyn che aveva pubblicamento chiesto alla May sdi dimettersi, commentando in proposito all’esito delle urne: “Ha perso seggi, ha perso voti, ha perso sostegno e fiducia. Tutto ciò è sufficiente per lasciare il posto a un governo veramente rappresentativo – ha aggiunto il leader dei laburisti – siamo pronti a servire il nostro paese”. Infine Corbyn è tornato a commentare i negoziati sulla Brexit, precisando che a suo giudizio dovranno proseguire e che, l’eventuale decisione di ritardarli non è certo per volontà dei britannici, la cui posizione è chiara: “La nostra posizione è chiara, vogliamo una Brexit che metta l’occupazione al primo posto”.
M.