(Adnkronos) – I risultati di Gazprom sono un indicatore utile per capire il reale effetto delle sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Nel 2022 il colosso del gas russo ha registrato un utile in calo del 41,4% rispetto all’anno precedente. Una flessione netta, che corrisponde al calo delle forniture verso l’Europa, ridotte dell’80% a fine 2022, solo in minima parte compensate dall’aumento che c’è stato verso l’Est asiatico, anche a causa delle infrastrutture che non sono in grado di sostenere importanti flussi aggiuntivi rispetto a quelli abituali.
Il fatto che comunque si stia parlando di 14,2 mld di euro (1226 miliardi di Rubli) evidenzia però come il gas, nonostante il conflitto, resti una fonte di introiti fondamentale per Mosca e come una parte dell’effetto delle sanzioni sia vanificato dalle triangolazioni che, passando per i paesi amici, assicurano comunque un volume di esportazione considerevole.
D’altra parte, il sensibile calo dell’utile indica anche che la vertiginosa salita del prezzo del gas, soprattutto a metà 2022 e fino al picco di 300 euro al megawattora di fine estate, non è bastato a neutralizzare l’effetto del calo dei volumi esportati.
I risultati di Gazprom completano il quadro già delineato quando Mosca ha reso noti i conti del 2022 della Federazione russa. Secondo i dati resi noti dal ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, il deficit di bilancio è stato pari a 3.300 miliardi di rubli (circa 47 miliardi di dollari), ovvero il 2,3% del Pil. Nel 2021, invece, il bilancio russo aveva registrato un leggero avanzo.
Guardando avanti, a quello che sta avvenendo nel 2023, c’è un altro elemento da considerare. Il fatto che il rapporto annuale di Gazprom raccomandi di non distribuire dividendi è un segnale che le previsioni per l’anno in corso, non comunicate, possano scontare una ulteriore contrazione, suggerendo di utilizzare gli utili 2022 come riserva. E anche che l’economia russa sia destinata a subire una brusca contrazione anche quest’anno. (Di Fabio Insenga)