A Gaza i bombardamenti delle ultime ore sembrano essere cessati e si prova a tornare alla normalità ma la tensione è alta. Anzi altissima: si vive nella incertezza e nell’allerta, e dopo i primi riscontri relativi agli esiti dei lanci, arrivano ammonimenti e nuovi elementi di caos. Sono 25, allo stato attuale delle cose, i feriti a seguito dei bombardamenti a Gaza e mentre Mosca intima a israeliani e palestinesi di riprendere il cessate il fuoco in tutta il territorio di Gaza appunto, dopo una notte accesa da paura e da i raid della aviazione israeliana, si prova a tornare ad una apparente normalità. Sono cessati i lanci di razzi nella striscia di Gaza e per chi vive in territori come quello ed è abituato a certe realtà è, forse, già di per sé un buon segnale.
Ancora non è dato sapere se il cessate il fuoco con Israele sarà sostanziala, ma su indicazione delle autorità di Hamas, intanto a titolo esemplificativo, le scuole sono state aperte e anche gli uffici pubblici. Negli ospedali lo stato di allerta c’è ancora, ma abbassato di livello.
Gaza lanci go and stop: allerta e tensione. Sono 25 al momento i feriti secondo fonti mediche
Intanto, a seguito dei bombardamenti di ieri sono stati feriti, secondo fonti mediche, 25 palestinesi, ma il momento pare che quasi tutti in modo non grave. Nel frangente, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha deciso di riunirsi per analizzare l’evolversi dell’ennesima pagina di tensione in Medio Oriente dopo appunto il lancio del razzo da Gaza a Israele e l’offensiva contro Hamas.
E come detto, il governo di Mosca chiede a israeliani e palestinesi di riprendere il cessate il fuoco. “Chiediamo agli israeliani e ai palestinesi di esercitare moderazione e riprendere immediatamente il cessate il fuoco”, si legge nella nota. “È necessario riprendere il processo negoziale israelo-palestinese basato sulle decisioni prese dal Consiglio di Sicurezza e dall’Assemblea generale dell’Onu e dall’Iniziativa di pace araba al fine di fermare la spirale di violenza e raggiungere una pace a lungo termine, giusta e sostenibile per il Medio Oriente”, ha sottolineato il ministero degli Esteri russo.