“Siamo 150 mila, una folla che non si riesce a vedere”. L’annuncio arriva, mentre il corteo attraversa via dei Fori Imperiali, dall’autobus dell’organizzazione del ROMA Pride 2013. Un numero che va ben oltre quei 40mila indicati dagli stessi organizzatori all’inizio del percorso. Si conclude dunque con un successo numerico la manifestazione per i diritti del popolo Lgbt che ha riempito, con il consueto colore, le strade del centro di Roma. E che ha archiviato le polemiche sulla mancata partecipazione del neo eletto sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ai partecipanti ha inviato un messaggio: “Con il mio cuore, con il mio pensiero sono li’ con voi, al Gay Pride della capitale d’Italia’’. ’Dimostriamo che ROMA e’ una citta’ aperta’ e’ lo slogan che apre il corteo, partito alle 16.30 da Piazza della Repubblica. Le drug queen sventolano cartelli con su scritto ’In francia mi posso sposare, in Italia quando?’. La folla si muove dietro i tre sound system trasportati a bordo di due tir e di un autobus a due piani per arrivare, attraverso un percorso a ’U’ lungo i Fori Imperiali in piazza Madonna di Loreto, proprio sotto le finestre del sindaco della Capitale. Tra le forze politiche schierate con la piazza del Gay Pride Rifondazione comunista e Partito democratico, e alla manifestazione e’ arrivato il sostegno del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. La Destra utilizza polemicamente l’assenza di Marino: ’’preferisce stare con la propria famiglia invece di sfilare per promuovere unioni che non potranno mai essere equiparate a un nucleo familiare”. Apertura alle norme per regolare le unioni civili dal Pdl, che con la senatrice Elisabetta Alberti Casellati, assicura: ’’Il nostro Parlamento e’ pronto per l’approvazione di una legge che colmi l’odierno e ingiustificabile vuoto normativo sulle unioni civili’’.