Come già spiegato ieri, Gazprom, il colosso energetico russo che rifornisce anche il nostro Paese, aveva scritto ad Eni motivando il sostanziale calo di flusso inviato, a causa di sopraggiunti problemi tecnici.
Una ‘tesi’, che però il premier Draghi, intervenendo da Kiev, ha rigettato affermando che, “I motivi per i tagli di forniture che colpiscono un po’ tutta l’Europa ci viene detto sono tecnici, una delle spiegazioni è che la manutenzione è difficile a causa delle sanzioni. Da parte della Germania e nostra e di altri riteniamo che queste siano bugie, che in realtà ci sia un uso politico del gas, come c’è un uso politico del grano“.
Un sospetto più che lecito quello del nostro premier, visto che (‘fatalità’), oggi proprio Germania ed Italia, lamentano un calo di flussi di gas russo pari al 50% mentre, addirittura, la Francia non ne sta ricevendo affatto.
Nello specifico, secondo gli accordi pressi con Eni, rispetto ad una richiesta quotidiana pari a circa 63 milioni di metri cubi, Gazprom ha invece ‘avvertito’ che, per problemi tecnici, attualmente è in grado di poter assicurare soltanto il 50% di quanto pattuito.
Dal canto suo il ministro Cingolani, ha prima preso atto della situazione: “Da ieri Gazprom ha annunciato una restrizione dei flussi di gas. Questa restrizione è stata calcolata sulle capacità totali e ieri è stata circa del 10%. Sta di fatto che stiamo ricevendo meno gas e questo impatta non tanto sulle nostre attività giornaliere quanto sugli stoccaggi“.
Poi, il ministro ha commentato che “Le motivazioni alla base della riduzione dei flussi, possono essere tecniche ma anche di pressione politica. Ora noi stiamo monitorando costantemente con gli operatori i flussi e se dovesse trattarsi di una cosa contingente, di uno o due giorni, allora l’emergenza rientra. Se invece dovesse rientrare in una dimensione stabile, per metà della settimana prossima, abbiamo tutti i nostri operatori pronti ad intervenire”
Max