(Adnkronos) – La logica, e anche un calcolo più vantaggioso per l’utente finale, direbbero il contrario. E invece, a fronte di prezzi del gas che continuano a scendere, sono tornati ormai ai livelli precedenti allo scoppio della guerra in Ucraina, le bollette continuano a salire. A dicembre, secondo l’ultimo aggiornamento appena fornito dall’Arera, addirittura del 23,3%. Perché succede?
Per rispondere è necessario partire dalle modifiche apportate dall’Autorità alle modalità di calcolo, proprio a causa della crisi che si è aperta dopo l’invasione russa dell’Ucraina. In particolare, è intervenuta sulle modalità con cui viene aggiornato il costo della materia prima. In pratica, le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso non sono più la base di partenza per il calcolo del prezzo del gas nel regime tutelato. Il prezzo del gas viene fissato considerando la media dei prezzi del mercato all’ingrosso italiano. La frequenza di aggiornamento dei prezzi ora è mensile e non più trimestrale. All’inizio di ogni mese, come successo oggi per il mese di dicembre, l’Autorità di regolazione per energia pubblica i valori di riferimento del mese precedente. Questo meccanismo permette in teoria di non trasferire sulle bollette i costi di copertura del rischio. E anche di intercettare con maggiore rapidità ed efficacia i vantaggi derivanti da una diminuzioni delle quotazioni, come sta avvenendo in questa fase.
Cosa è successo allora a dicembre? Il meccanismo di formazione del prezzo tiene conto della media del mese, confrontata con quella del mese precedente, e dato che nella prima metà di dicembre si erano registrati aumenti su novembre, il risultato finale è comunque un rialzo.
Guardando avanti, alla prossima rilevazione per il mese di gennaio, se la tendenza al ribasso delle quotazioni del gas naturale dovesse proseguire, o se quantomeno non si registrassero aumenti nella media del mese, si avrebbero i primi effetti positivi sulle bollette, con un calo che inizierebbe a compensare la sequenza di aumenti che si è registrata negli ultimi mesi.
Tutto questo, considerando che quando si parla di tariffe regolate dall’Arera si sta parlando del mercato tutelato. Chi invece è nel mercato libero, la maggior parte degli italiani, deve aspettare che i contratti a tariffa variabile riflettano le variazioni dei prezzi di mercato oppure, nel caso di contratti a tariffa fissa, andare a cercare operatori che nel frattempo abbiano scelto di abbassare i loro prezzi. (di Fabio Insenga)