“Non mi è mancata la televisione, proprio no. Commento i dati di questi giorni con un grosso sospiro di sollievo. Io non ho previsto nessuna catastrofe”. Massimo Galli torna in tv dopo 2 settimane di silenzio stampa. “C’è stato allarmismo eccessivo? Un conto sono le decisioni e le scelte dei politici, un conto sono le valutazioni d’obbligo per coloro che devono esaminare i dati scientifici. Ad oggi il trend è favorevole e positivo: quindi, sospiro di sollievo”, dice il responsabile di malattie infettive del Sacco di Milano a Cartabianca.
“Pur con alcuni limiti e problemi”, la campagna di vaccinazione ha dato risultati. “Quando si è deciso di riaprire non eravamo a mezzo milione di dosi di vaccino e c’erano problemi di forniture. Il trend ora si è stabilizzato. Probabilmente, però, si infettano in modo asintomatico molte persone e questo è un problema”.
A chi ipotizza un virus sostanzialmente sparito nel 2022, replica: “Mi sembra un’ipotesi campata in aria. Rimango perplesso anche quando sento parlare di immunità di gregge Noi siamo vaccinando per tenere le persone fuori dall’ospedale, dalla rianimazione e dal cimitero. Stiamo vaccinando con un vaccino montato sul virus che girava a Wuhan un anno fa: nel frattempo sono arrivati molti elementi di variazione. Chi ha fatto l’infezione di recente ha anticorpi più attuali rispetto a quelli che può elicitare il vaccino”. Per Galli bisogna verificare anche la risposta immunitaria dopo il vaccino: “Non si è ragionato sulle strategie alternative per coloro che non hanno una risposta immunitaria dopo il vaccino.
Paolo Mieli scherzando vedrebbe Galli al Quirinale: “A Papa non mi candido eh… Anche il presidente della Repubblica è un mestiere ben al di sopra delle mie possibilità: a ciascuno il suo”, dice il professore. “Questo governo sta facendo molto bene? Nì… diciamo che alcune cose su cui avevo perplessità gli sono andate molto bene. Il nemico è il virus, le cose stanno andando nettamente meglio e bisogna mantenere questo trend”.
“Io non ho previsto nessuna catastrofe, ho detto che le aperture decise il 26 aprile avevano un margine di rischio: è andata bene”, dice Galli. “La Gran Bretagna apriva con 30 milioni di dosi di vaccino in più, il mio discorso era di cautela. Il 26 aprile è stato dato un messaggio oggettivo di ‘liberi tutti’ in un momento in cui era rischioso darlo: non c’era una sola proiezione che ci garantisse che le cose sarebbero andate bene. Qualcuno lo doveva pur dire… Ora, a un mese di distanza, le cose sono cambiate nettamente in meglio”, afferma.
“Devo però sottolineare l’assoluta necessità del vaccino come protezione individuale e partecipazione sociale. Sarebbe importante far sapere alle persone se il vaccino ha garantito una risposta immunitaria o no: ricevo 100-200 mail al giorno su questo tema”, sottolinea.
Via la mascherina a fine luglio? “Me lo auguro, credo e spero di sì. Dipende dal numero di vaccinati. Con la chiusura delle scuole, ci troveremo in una situazione meno rischiosa per quanto riguarda la diffusione dell’infezione. Dobbiamo prepararci molto bene alla riapertura delle scuole a settembre, enormemente facilitata dall’efficacia del vaccino”, dice.