Sul fermo dei tre responsabili della funivia Stresa- Monterone ”sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni del lavoro, dal quale sarebbe derivato il disastro. In particolare l’attività investigativa ha permesso di accertare gravi e concreti elementi di responsabilità in capo al Tadini, il quale pur consapevole dei potenziali rischi, con l’assenso del Perrocchio e del Nerini, ha consentito la messa in funzione dell’impianto con la presenza su una delle due cabine del dispositivo cosiddetto a ‘forchetta’ che impedisce l’eventuale attivazione del sistema di frenaggio di emergenza, al fine di evitare il continuo blocco dell’impianto”. Lo sottolinea il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in un’informativa alla Camera sul tragico incidente verificatosi sulla funivia Stresa-Montarone il 23 maggio.
”La presenza della ‘forchetta’ – ha sottolineato il ministro – ha impedito all’atto della rottura del cavo traente l’arresto della cabina, che in quel momento sta salendo in vetta, con il conseguente verificarsi dei fatti”.