Scena da far west in carcere, a Frosinone: un detenuto prima minaccia un agente e poi spara contro tre compagni di cella. Trent’anni, campano, alta sicurezza per reati camorristi per lui, dopo aver esploso sei colpi ha consegnato l’arma agli agenti penitenziari.
Tutto nato da un presunto diverbio tra detenuti, tutti attigui alla criminalità campana. Ma come ha fatto a entrare un’arma in carcere? Via alle indagini: l’ipotesi è che sia stata consegnata con un drone; tecnica più volte usata in passato per i cellulari.
Unanime la condanna delle organizzazioni sindacali, ferma la posizione della ministra della Giustiza Cartabia che ha chiesto un briefing a Frosinone. Se un drone può eludere tutte le misure di sicurezza vi è infatti indubbiamente un serio problema. Non solo armi, ma anche stupefacenti: sempre a Frosinone, in corso una procedura contro un detenuto trovato in possesso di hashish. La droga era nascosta tra gli oggetti personali del 45enne che sembra gestisse un mercato di spaccio all’interno del carcere.