Frane nel borgo: e così una delle più suggestive e caratteristiche località di tutto il Lazio, Civita di Bagnoregio è al centro di liti politiche e tensioni. Un luogo magico, situato a metà strada tra Orvieto e il lago di Bolsena sulla vetta di un’altura di tufo e raggiungibile solo attraverso uno stretto ponte pedonale dal quale si gode un panorama spettacolare tale da farla soprannominare ‘la città che muore’. Uno spettacolo di eredità etrusco – medievale messo a rischio dalle frane nella strada di accesso.
Bagnoregio, candidata quest’anno a patrimonio Unesco, dopo gli smottamenti del terreno sottostante la carreggiata che aveva destato una certa preoccupazione anche nel prefetto di Viterbo Giovanni Bruno, urge supporto. Luca Profili, il sindaco, sostiene si tratti di una frana di vecchia data.”Non c’è al momento motivo di allarme.”, dice, se non l’urgenza di una progettazione adeguata e interventi senza distinzione di colore politico: finanziamenti organici preventivi e non soluzioni tampone come la chiusura di un ristorante e il restringimento della carreggiata.
Recenti interventi d’urgenza e una seconda fase di lavori finanziati dalla Regione per 900mila euro sono stati bloccati il 2 giugno, dal tribunale di Viterbo perché il progetto esecutivo non sarebbe stato rispettato in maniera congrua. Profili, dunque insiste: cooperazione, per non fermare la stagione turistica che solo quest’anno nel mese di giugno ha visto la presenza di 20mila turisti, 10mila in più di quelli del 2020.