“La vostra professione è una vera e propria missione. Siate anche attenti a non spendervi fino quasi a consumarvi, come accade se si è coinvolti nel rapporto coi pazienti al punto da farsi assorbire, vivendo in prima persona tutto ciò che accade loro. Quello che svolgete è un lavoro usurante, oltre che esposto a rischi, e un eccessivo coinvolgimento, unito alla durezza delle mansioni e dei turni, potrebbe farvi perdere la freschezza e la serenità che vi sono necessarie. Un altro elemento che rende gravoso e talora insostenibile lo svolgimento della vostra professione è la carenza di personale, che non può giovare a migliorare i servizi offerti, e che unamministrazione saggia non può intendere in alcun modo come una fonte di risparmio”. Una bellissima e toccante udienza quella di oggi in Vaticano, con Papa Francesco che ha ringraziato (esortandoli anche a non ’consumarsi’ nel loro continuo prodigarsi), ed omaggiato gli infermieri. Una categoria di lavoratori importante ed indispensabile per la società, al punto che il Pontefice ha lanciato un monito alla politica sottolineando che “un’amministrazione saggia non taglia sul personale che svolge un lavoro così prezioso”. A tal proposito il Santo Padre ha voluto regalare loro una sua esperienza personale, per sottolineare loro la sua personale stima: “Con il vostro permesso, vorrei rendere omaggio a uninfermiera che mi ha salvato la vita. Era uninfermiera suora: una suora italiana, domenicana, che è stata inviata in Grecia come professoressa, molto colta. Ma sempre come infermiera poi è arrivata in Argentina. E quando io, a ventanni, ero in punto di morte, è stata lei a dire ai dottori, anche discutendo con loro: ’No, questo non va, bisogna dare di più’. E grazie a quelle cose, io sono sopravvissuto. La ringrazio tanto! La ringrazio. Vorrei nominarla qui, davanti a voi: suor Cornelia Caraglio. Una brava donna, anche coraggiosa, al punto da discutere con i medici. Umile, ma sicura di quello che faceva. E tante vite, tante vite si salvano grazie a voi! Perché state tutto il giorno lì, e vedete cosa accade al malato. Grazie di tutto questo!”.
M.