Milanesi in coda per rendere omaggio a Carla Fracci, la grande ballerina morta ieri. La camera ardente nel foyer del Teatro alla Scala, sua ‘casa’ per tanti anni. è stata aperta intorno alle 12.30.
Un lungo applauso ha accolto il feretro ricoperto di rose bianche, anche dentro il foyer. L’ingresso della bara è stato accompagnato dalla musica di un quartetto, che ha suonato brani da ‘Crisantemi’ di Puccini e poi un adagio di Mozart, ‘Adagio dal quartetto con clarinetto’. Poi i presenti hanno osservato un minuto di silenzio.
Ad accogliere il feretro il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, e il direttore musicale Riccardo Chailly. “E stata un’artista unica che ha fatto la storia e ha dato tantissimo alla sua città e all’intero paese. Io l’ho definita la stella delle stelle. Ho avuto il piacere di incontrarla alcuni mesi fa e ha veramente rappresentato in sé l’arte italiana e ha esaltato questo teatro in maniera particolare”, ha detto Fontana. La Fracci ha rappresentato “un grande piacere da vedere, da assistere alle sue interpretazioni. Era pura poesia”, ha aggiunto.
Con la scomparsa di Carla Fracci Milano “perde una parte della sua storia recente”. La grande ballerina verrà ricordata dalla sua città, ma per dedicarle una via o una piazza “dobbiamo mantenere la regola dei dieci anni, perché se no le eccezioni non vanno bene. Però ci ragioneremo, vedremo cosa fare”, ha commentato Sala, accogliendo il feretro. “Il modo per riconoscere il talento e l’amore che lei ha dato a Milano ci spinge a trovare delle soluzioni”.
Fracci, ricorda Sala, “ha amato Milano profondamente e credo che raramente si sia visto un ricambio così sincero da parte della città. Si tratta di uno dei rari casi in cui tutti sono a favore, in cui tutti l’hanno ammirata e amata. E anche una bella storia, nascere in una famiglia normale, con una volontà di costruire qualcosa di importante per te e perché ti sta intorno”.
La storia di Carla Fracci “è anche un po’ Milano, l’idea di dare opportunità a chi lo vuole, l’idea dell’accoglienza per tutti, però lei certamente ci ha dato un lustro difficile da immaginare e da poter ripetere. E chiaro che c’è il dolore, ma c’è anche la consapevolezza di quanto amore è circolato fra lei e la città e questo devo dire che rinfranca”, ha concluso.
Nel foyer del Piermarini, dove l’accesso sarà contingentato, sono presenti delegazioni del corpo di ballo, degli allievi dell’Accademia della Scala, la famiglia e il personale della Fondazione.