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Formia choc: sulla riva la carcassa di un cinghiale con chiari segni di morsi e tagli. Lav: chiesto l’intervento dell’Asl, “che però non è intervenuta”

Il contrasto alla diffusione della Peste Suina Africana si dimostra sempre di più un pretesto per consentire ai cacciatori di poter uccidere qualsiasi animale selvatico sempre e ovunque, anche al di fuori della stagione di caccia.   

La conferma dell’uso strumentale di questa patologia anche da parte del Governo, per accondiscendere alle pretese della lobby venatoria, arriva dalla spiaggia di Formia, dove alcuni attivisti LAV hanno ritrovato lungo la battigia, frequentata dai bagnanti, il corpo morto di un cinghiale.

Formia, carcassa di un cinghiale abbandonata sulla riva, la Lav: “Il corpo è stato semplicemente spostato in una carriola, con un sacco di plastica appoggiato sopra, e lì è rimasto”

Abbiamo subito contattato la ASL competente per richiedere la rimozione urgente del corpo dell’animale, anche al fine di eseguire controlli diagnosticidichiarano gli attivisti della LAV ma con rammarico abbiamo constatato il totale disinteresse da parte del personale sanitario. Il cinghiale è stato semplicemente spostato in una carriola, con un sacco di plastica appoggiato sopra, e lì è rimasto”.

Formia, carcassa di un cinghiale abbandonata sulla riva, la Lav: “In un periodo in cui i cinghiali sono rappresentati dal mondo agricolo come il male assoluto, i regali del Governo ai cacciatori sono sotto gli occhi di tutti

In un periodo in cui i cinghiali sono rappresentati dal mondo agricolo come il male assoluto – commentano quindi gi attivisti – i regali del Governo ai cacciatori sono sotto gli occhi di tutti. Anche l’ultimo decreto-legge Agricoltura, in discussione al Senato proprio in questi giorni, viene utilizzato come leva dagli esponenti della maggioranza parlamentare per demolire i pochi limiti ancora esistenti al sanguinario passatempo dei cacciatori”.

Formia, carcassa di un cinghiale abbandonata sulla riva, la Lav: “La caccia viene indicata dall’EFSA proprio come il principale veicolo dell’infezione da PSA”

Eppure, prosegue la nota della Lav, “La caccia viene indicata dall’EFSA – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma – proprio come il principale veicolo dell’infezione da PSA, e i cacciatori sono individuati quale vettore che consente al virus di entrare negli allevamenti di suini. È evidente quindi che la caccia andrebbe sospesa ovunque in favore di soluzioni incruente, come le recinzioni, che in Belgio e in Germania hanno già consentito di bloccare la diffusione della PSA”.

Formia, carcassa di un cinghiale abbandonata sulla riva, la Lav: “La protesta degli agricoltori, che in questi giorni strombazzano dati farlocchi contro i cinghiali, ha il solo obiettivo di consegnare al piombo dei cacciatori qualsiasi animale selvatico”

Ed in tutto ciò, proseguono, “La protesta degli agricoltori, che in questi giorni strombazzano dati farlocchi contro i cinghiali, ha il solo obiettivo di consegnare al piombo dei cacciatori qualsiasi animale selvatico, trasformando campagne e colline in lande desolate, prive di forme di vita animale e dominate dall’agricoltura intensiva.

Ed ancora, L’unica vera soluzione alla PSA e tutte le altre malattie anche zoonotiche, che colpiscono l’uomo anche con gravissime conseguenze come l’influenza aviaria, è un totale cambiamento del nostro sistema di produrre cibo, sfruttando e massacrando centinaia di milioni di animali allevati ogni anno, detenuti in condizioni estremamente favorevoli alla proliferazione di agenti patogenidichiara LAV – Alte densità, stress, difese immunitarie quasi assenti: sono tutte conseguenze dell’industria che imprigiona gli animali solo per farne cibo o per sfruttarli per i loro “derivati”.

Altrimenti – concludono gli attivisti della Lav – continueremo a portare avanti il paradosso per cui, per salvare gli animali allevati (che pure finiranno al macello giovanissimi dopo una vita di miseria), se ne dovranno uccidere altrettanti, a partire dai cinghiali ed altri selvatici, in costante spregio anche della nostra Carta costituzionale”.

Max