Dopo l’apice della crisi si intravede l’inizio della risalita. Le imprese, in alcuni dei territori della Lombardia, sono tornate ad assumere. A Bergamo il 70% delle realtà più strutturate si sta guardando intorno alla ricerca di profili professionali adeguati. L’intento è cogliere con tempismo i primi cenni di ripartenza e riconquistare quote preziose di mercato. La provincia bergamasca non è certo la sola nel Nord-Ovest. L’attesa del ‘rimbalzo’ dell’economia dopo un anno e mezzo di ‘profondo rosso’ sembra dunque appoggiarsi su segnali positivi. Un quadro che per delinearsi con nettezza richiede il contributo della filiera della formazione investendo pienamente l’operato dei fondi interprofessionali chiamati a finanziare i progetti di professionalizzazione delle risorse umane.
Per tutti gli esperti, infatti, le competenze saranno alla base del faticoso cammino della ripartenza produttiva. Una filiera, quella della formazione, incentrata proprio sui fondi paritetici interprofessionali e conseguentemente sugli enti di formazione che progettano, realizzano e propongono i percorsi formativi alle aziende. Rossella Spada, il direttore del Fondo interprofessionale Formazienda al quale aderiscono 110mila imprese per 750mila lavoratori e che, nato proprio nel Nord-Ovest nel 2008, ha stanziato risorse per 150 milioni di euro con l’obbiettivo di formare le risorse umane, afferma: “Abbiamo predisposto un nuovo regolamento per le strutture formative accreditate trasformando un momento di crisi in un’occasione di crescita coinvolgendo la rete degli enti di formazione che collaborano con Formazienda. Abbiamo riscontrato partecipazione, volontà di cooperare ed entusiasmo”.
“Anche sul piano dei progetti finanziati – aggiunge – c’è un totale allineamento rispetto ai temi dell’innovazione, della digitalizzazione e dell’impiego della tecnologia 4.0. Il confronto è sfociato nella definizione di standard più sfidanti e competitivi per garantire un servizio ancora più efficiente ed efficace alle aziende aderenti. La nostra rete di strutture formative è presente nelle economie locali più dinamiche e intraprendenti del Paese. Rappresenta un punto di forza notevole che esprime un contatto costante con le eccellenze del mondo produttivo”.
Continua il direttore di Formazienda: “Gli enti di formazione sono utilissimi nell’aggregare le micro e medie aziende intorno ai progetti strategici di costruzione delle competenze. La strategia del 2021 li vuole valorizzare nel modo più compiuto in linea con gli ingenti finanziamenti del 2020 pari a 30 milioni di euro. Ma abbiamo previsto anche una serie di migliorie rilevanti a favore delle grandi aziende. La possibilità di aumentare gli accantonamenti e i termini di utilizzo per i conti di formazione aziendale, insieme a una radicale rivisitazione delle procedure condotte all’insegna della semplificazione, sono prove oggettive del nostro impegno e di una costante azione di affiancamento”.
Intanto, nel mercato del lavoro sale la preoccupazione per lo sblocco dei licenziamenti. “La cautela è d’obbligo – continua il direttore Spada – ma ci sono territori dove la manifattura è in ripresa richiedendo un intervento puntuale sul fronte delle competenze. Anche il terziario e il commercio, soprattutto in previsione della stagione turistica estiva, sembrano ridurre la drammatica tendenza al ribasso registrata nei mesi precedenti. Certamente, le difficoltà permangono ma si stanno aprendo opportunità che alcuni mesi fa erano impensabili e che devono generare tentativi coerenti ai fini dello sviluppo”.
“Il personale turistico e ricettivo, nel quadro che si sta delineando, deve essere qualificato o riqualificato. Gli stagionali, per esempio, richiedono una preparazione idonea. Il Pnrr varato dal governo Draghi giustamente attribuisce alla formazione un ruolo prioritario per la ripartenza non solo nei settori ad alto contenuto tecnologico. Ne siamo consapevoli ed è questo il motivo che ci ha spinto a raffinare ulteriormente una proposta che deve continuamente interfacciarsi con il fabbisogno formativo delle aziende. Abbiamo lavorato duramente per definire processi più performanti, flessibili e veloci così da rendere più accessibili i finanziamenti. L’Italia ha tutte le potenzialità per diventare un Paese innovatore e trainante nella fase post Covid”, conclude.