“La vicenda contrattuale dei lavoratori forestali, ex Corpo Forestale, dimostra il ginepraio burocratico a cui la riforma Madia ha condannato i colleghi, oggi impiegati nella salvaguardia ambientale per conto dell’Arma, ma equiparati allo status civile e con contratti incoerenti al ruolo”.
Così interviene Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale che dal 1993 tutela il personale dell’Arma dei carabinieri.
“Nel 2017 – prosegue – il corpo forestale ha subito una revisione legislativa che ne ha complicato l’inquadramento contrattuale:
il comparto è stato inglobato nell’Arma dei carabinieri, ma i forestali hanno mantenuto lo status di soggetti civili con un con un contratto di assunzione di diritto privato, tipico degli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria. In questo modo”.
Dunque, prosegue Nicolosi “Si penalizzano almeno 1.500 lavoratori che pur essendo gestiti e organizzati secondo regole militari, sono esclusi dalle tutele dello Stato per cui lavorano, dal momento che non figurano come dipendenti del Ministero della Difesa al pari dei colleghi carabinieri. Gli operati forestali meritano tutele e un inquadramento contrattuale che tuteli tanto i loro diritti, quanto le competenze specifiche del comparto”.
Max