“Sapevo che Dama si era dichiarata disponibile a rendersi utile nella situazione di emergenza. L’assessore Cattaneo ha interpellato Dama e altri imprenditori che si erano resi disponibili e queste cinque aziende sono state tutte coinvolte. Tutte e cinque queste aziende hanno visto acquistate le loro merci con quantità e costi differenti, con operazioni autorizzate dalla procedura semplificata del governo”. Solo che poi lui, il governatore lombardo, Attilio Fontana, per quella fornitura di camici è addirittura finito nel registro degli indagati. Di qui – ieri – l’affermazione del capogruppo M5s Lombardia, De Rosa, che si è detto pronto a chiedere la mozione di sfiducia per il presidente.
Fontana: “La magistratura sta indagando a fondo”
Così stamane, intervenendo nell’ambito del Consiglio regionale, Fontana ha affermato che “Ho riflettuto se essere qui, per non fornire un’ulteriore cassa di risonanza a polemiche sterili, strumentali e lesive della mia persona e della mia carica. Ma ho deciso di essere qui non solo per riaffermare la verità dei fatti, ma per voltare pagina e andare oltre”.
Riguardo alla fornitura della Dama Srl del cognato, il governatore ha aggiunto che “solo il 12 maggio scorso sono stato informato che la fornitura di camici da parte della Dama Spa era a titolo oneroso. Sono tuttora convinto che il negozio sia del tutto corretto, ma, perché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al compenso per evitare strumentalizzazioni. Ora – ha quindi spiegato il presidente lombardo – la magistratura sta lavorando, ipotizzando una diversa ricostruzione del mio coinvolgimento nei fatti”.
Fontana: “Nessuno dubiti su di me ed i miei familiari”
Dunque, ha ribadito ancora Fontana, “Io ho voluto alleviare l’onere dell’operazione, partecipando personalmente alla copertura di parte del mancato introito. E’ stata una decisione spontanea. Con il mio legame avevo solo arrecato svantaggio ad un’azienda legata alla mia famiglia. Io però non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari. Il mio coinvolgimento è stato quello illustrato e Regione Lombardia non ha speso un euro per la fornitura di 50mila camici”.
Fontana: “Ecco come sono andate le cose”
Inoltre il governatore spiega di aver chiesto al cognato “di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni e di considerare quel mancato introito come un ulteriore gesto di generosità”. Così come poi, aggiunge ancora, “ho spontaneamente considerato di alleviare in qualche modo l’onere dell’operazione, partecipando personalmente, proprio perché si trattava di mio cognato, alla copertura di una parte di quell’intervento economico. Si è trattata di decisione spontanea, volontaria e dovuta al rammarico nel constatare che il mio legame di affinità aveva solo arrecato svantaggio ad una azienda legata alla mia famiglia. E così quel gesto è diventato sospetto, se non addirittura losco“.
Fontana: “Report? E’ comparso 18 giorni dopo”
“Poi, non è vero – assicura Fontana, “che la rinuncia al pagamento, definita ‘donazione’ con spirito del tutto irridente e poco nobile, sia dipesa dalla presenza di Report, ‘che già stava interessandosi alla fornitura camici’. Report in realtà si è palesata con le prime domande sul punto solo il 1 giugno, quando erano già trascorsi 18 giorni. Nulla ho saputo dei rapporti negoziali a titolo oneroso fra Dama e Aria fino al 12 maggio: questo ho inteso esprimere quando ho affermato di essere completamente estraneo e ignaro della fornitura onerosa in questione“.
Nello specifico, la Regione lombarda avrebbe speso 365 milioni di euro per acquistare dispositivi di sicurezza individuale, spiega ancora Fontana, “seguendo le procedure previste e autorizzate dal Governo per affrontare l’emergenza. In Lombardia – ha quindi ‘rinfrescato’ – ci sono state “oltre 33mila donazioni per oltre 53 milioni di euro, ai quali si aggiungono oltre 131 milioni raccolti direttamente dagli ospedali lombardi. Ogni euro raccolto e speso ha una sua giustificazione, una motivazione e una rendicontazione”.
Fontana: “Enorme mole di lavoro svolto in emergenza”
In tal contesto Aria, società che gestisce gli acquisti di Regione Lombardia, si sarebbe fatta carico di svolgere “un compito di proporzioni gigantesche, in uno scenario di mercato, nazionale e internazionale, molto complicato, rispettando le regole dettate dall’emergenza coronavirus. Alla luce di questa enorme mole di lavoro, vorrei perciò spendere una parola per il dottor Filippo Bongiovanni ex direttore generale di Aria che – spiega ancora Fontana – “in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione, competenza e senza mai venir meno all’assunzione delle proprie responsabilità. Esempio di una Pubblica Amministrazione che non si muove solo con logiche difensive, ma che prova ad intervenire e rispondere alle necessità dettate dell’emergenza”.
Fontana: “Sono certo che presto la verità si imporrà”
“Sono convinto che giorno dopo giorno la verità si imporrà”, ha poi aggiunto Fontana ribadendo il ringraziamento “a medici, infermieri, operatori sanitari, volontari della Protezione Civile, che hanno dato una testimonianza esemplare di abnegazione e dedizione. Voglio ringraziare tutti le poi ricercatrici e i ricercatori lombardi, che hanno sviluppato studi e ricerche sulle origini del virus, le sue caratteristiche, i suoi mutamenti, un lavoro straordinario che assicura alla Lombardia di essere sempre all’avanguardia e capofila nel Paese”. E ha ringraziato anche “i nostri Irccs, le strutture pubbliche e private che hanno cercato di affermare, con un lavoro quotidiano paziente e silenzioso, il valore della ricerca ed il rigore del metodo scientifico, in un periodo in cui l’ubriacatura mediatica ha portato spesso ad oscurare la lucidità di ragionamento, alla ricerca solo di colpevoli da condannare”.
Max