In questo momento dove, è stato più volte ripetuto che è necessario accantonare ostilità e pensieri differenti, cecando di remare invece tutti insieme nella stessa direzione (sperando quanto prima di lasciarci alle spalle questi terribili giorni di rabbia e dolore), il ritorno alla diatriba ala politica è l’ultima cosa che occorre al Paese.
Un ‘tacito’ accordo invece vanificato stamane dal governatore lombardo Attilio Fontana. Forse ‘gasato’ dalla rapida realizzazione dell’Ospedale Fiera di Milano (non per meriti suoi, ma la generosità dei benefattori), intervenendo su La7 a ‘l’Aria che tira’, Fontana ha voluto polemizzare affermando “Credo a quello che dice il ministro Boccia, ma devo credere anche ai dati in mio possesso. Per ora ha fatto molto, ma molto di più la Regione“.
“E’ passato un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia – ha argomentato il presidente della Regione Lombardia – e da Roma abbiamo avuto briciole. Stiamo ancora aspettando risorse e materiale, se non ci fossimo dati da fare autonomamente, se non ci fosse stato l’assessore Caparini a setacciare i mercati di tutto il mondo per mascherine e camici per i medici, noi avremmo chiuso gli ospedali dopo 2 giorni. Il numero di mascherine arrivate dalla Protezione Civile non ci avrebbero permesso di aprire gli ospedali. E’ arrivata solo una piccola parte di quello che abbiamo chiesto a Roma: ce la siamo dovuta cavare con le nostre risorse, senza alcun aiuto se non in minima parte“.
Affermazioni probabilmente in pace anche veritiere ma, certo, come dicevamo in questo momento non aiutano il clima del Paese. Boccia infatti ha preferito non alimentare la polemica affermando che ”Non ho né tempo né voglia di fare polemiche con il presidente lombardo Fontana: tutto quello che lo Stato fa è in rete e qualunque cittadino può andare sui siti istituzionali e trovare tutto quello che la Protezione Civile ha fatto e sta facendo ogni giorno, con un ‘contatore’ aggiornato ora per ora. Fontana sa benissimo che è appena atterrato l’ennesimo aereo della Guardia di finanza – ha aggiunto il ministro – se ci fosse una grande telecamera dall’alto, inquadrerebbe tutti i mezzi militari che si spostano e arrivano nelle città e negli ospedali per scaricare materiali che lo Stato ha acquistato in giro per il mondo e continua ad acquistare per tutte le Regioni e soprattutto per la Regione Lombardia che è quella in condizioni più critiche“.
Boccia ha così colto l’occasione per lanciare un appello “Esorto tutte le Regioni alla massima trasparenza e a mettere in rete tutto, in modo da avere accanto alle colonne statali quelle regionali e far sapere a tutti dove finiscono gli strumenti che vengono distribuiti, ospedale per ospedale: un lavoro che possiamo fare insieme, senza scaricarci addosso le responsabilità. Ho esortato tutte le Regioni; siamo dalla loro parte per rafforzare l’organizzazione sanitaria, che resta però una loro competenza esclusiva, scolpita nella Costituzione. Lo Stato – ha quindi tenuto a sottolineare Boccia – ha la forza, in un momento di emergenza nazionale, di aiutare tutti ma a una condizione: non perdere tempo in polemiche inutili. Tutti si aspettano che le istituzioni mettano in sicurezza la sanità italiana, che sta facendo un lavoro straordinario“.
A questo punto Boccia ne ha approfitto per togliersi un sassolino dalle scarpe: “L’assessore regionale della Lombardia, Caparini, deve scusarsi con il commissario Arcuri. Quella di Caparini è stata un’uscita sbagliata, che spero abbia fatto solo per ragioni di stress e di pressione, cui ha già risposto il commissario Arcuri. Un’ora e mezzo dopo la sua dichiarazione”, aggiunge Boccia in merito alla fornitura di materiale dalla Capitale, “è uscita una nota ufficiale della Protezione Civile e dell’ufficio del Commissario che diceva con chiarezza che il sabato precedente alle ore 21.59 la dirigente responsabile della Regione Lombardia, Branchi, aveva confermato i numeri andati in rete: c’erano alcune differenze sui monitor e noi ci siamo adeguati ai numeri regionali della Lombardia, prudenzialmente, per quanto riguarda le consegne statali”.
Max