43 comuni della Tuscia in corsa per 160 milioni di euro nel merito del Fondo salva-borghi che prevede “misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni”, ma anche la riqualificazione dei centri storici e la sicurezza idrogeologica”. L’elenco dei potenziali beneficiari è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
Oltre cinquemila i comuni italiani in possesso dei requisiti previsti dalla norma nata in soccorso, in particolare, dei centri al di sotto dei cinquemila abitanti. Tra i parametri inclusi anche l’arretratezza economica, il decremento della popolazione, il disagio insediativo, l’inadeguatezza dei servizi sociali, la difficoltà di comunicazioni (stradali e telematiche), la densità demografica, l’appartenenza a unioni di comuni, la presenza di aree protette, e comuni istituiti a seguito di fusioni e incorporazioni.
Fondo salva-borghi, 43 comuni della Tuscia in corsa, ecco l’elenco
Gli interventi spaziano dalla tutela ambientale e culturale, salvaguardia urbana dei centri storici, messa in sicurezza di infrastrutture stradali, ciclovie e istituti scolastici, promozione e sviluppo economico e sociale e nuove attività produttive, la realizzazione e la messa in sicurezza di strade.
La legge salva-borghi, approvata dal Parlamento nel 2017, fu definita dal promotore Ermete Realacci, all’epoca presidente della commissione ambiente della Camera “una pietra miliare per la rinascita di migliaia di comuni”
I comuni della Tuscia che compaiono nella lista sono i seguenti: Arlena di Castro, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano in Teverina, Bassano Romano, Blera, Bolsena, Bomarzo, Calcata, Canepina, Capodimonte, Carbognano, Castel Sant’Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Cellere, Civitella d’Agliano, Corchiano, Faleria, Farnese, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Monte Romano, Monterosi, Onano, Oriolo Romano, Piansano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Tessennano, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Vitorchiano. Per conoscere modalità e tempi di presentazione dei progetti da parte degli enti bisognerà attendere l’adozione del Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni.