Aumenta la presenza dei dirigenti donne nelle attività formative delle imprese, mentre le aziende che formano anche personale dirigente femminile mostrano una produttività più elevata di quelle che si dedicano esclusivamente agli uomini. Sono i due risultati più rilevanti di un’indagine di Fondirigenti, il più importante Fondo interprofessionale per la formazione dei manager, promosso da Confindustria e Federmanager, con 14 mila imprese e 80 mila dirigenti aderenti e condotta in collaborazione con le Università di Trento e Bolzano.
La ricerca si basa su dati reali ed è stata realizzata nel solco della valutazione degli impatti della formazione, da tempo obiettivo di studio e analisi del Fondo. Il cammino da compiere è certo ancora lungo, sia per elevare in assoluto il numero dei dirigenti donne (secondo i dati dell’Inps nel 2019 queste rappresentavano appena il 19% del totale dei dirigenti in Italia) sia per coinvolgerle nei processi formativi, ma il passo in avanti, compiuto nell’arco degli ultimi dieci anni, risulta evidente.
“Con questa indagine che sarà presentata in autunno – spiega il direttore generale di Fondirigenti, Costanza Patti – il Fondo ha proseguito un filone di analisi avviato negli anni scorsi, focalizzandosi sul legame tra formazione, presenza di donne manager e performance delle imprese. I ritardi del nostro Paese sulla managerializzazione al femminile delle imprese sono noti. Ma negli ultimi anni, come dimostrano anche i risultati della ricerca, si evidenzia una positiva inversione di tendenza. Segno che le imprese e i manager hanno colto l’importanza strategica della diversity e dell’inclusion per recuperare i gap che ci separano dai nostri partner europei. Ci auguriamo che anche le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza siano utili ad accelerare i processi di transizione in corso. Perché è evidente che il problema della promozione delle donne a dirigenti è ancora lontano dall’essere risolto, e anche il governo con il pnrr ne ha preso atto, dedicando spazio e risorse ai temi delle pari opportunità, per incentivare il ricorso alle competenze femminili in azienda””.
Nel periodo considerato, che va dal 2010 al 2020, la ricerca di Fondirigenti ha evidenziato infatti una decisa crescita, dal 13 al 21% del totale, delle attività formative rivolte al management femminile, con un aumento di quasi il 60% cento della sensibilità delle imprese in questa direzione.
Le manager in formazione sono inoltre più giovani dei colleghi di sesso maschile, perché sei su dieci di loro (il 57%, per l’esattezza) hanno meno di 50 anni, mentre non vengono rilevate differenze significative nella durata media dei corsi di formazione, che si attestano attorno alle 19 ore, con o senza donne coinvolte. In particolare, la fascia d’età maggiormente rappresentata dalle dirigenti donne in formazione è quella fra i 30 e i 34 anni, che fa salire al 27% la presenza femminile in questo range anagrafico. D’altra parte, tra i dirigenti in formazione oltre i 55 anni, le donne rappresentano solo il 12% del totale.
Se, in base alla distribuzione geografica delle imprese, come singola regione è la Lombardia quella che assorbe più manager in formazione (il 44% sul totale di ambo i sessi) e anche più donne sul totale dei dirigenti donne (51,80%), come ripartizione geografica è il Centro a coinvolgere maggiormente il sesso femminile, dal momento che le manager sono presenti nel 46% delle imprese che vi svolgono attività formative, mentre al Nord la percentuale è del 35% e al Sud scende al 28%).
La dimensione dell’azienda ha un chiaro effetto sulla probabilità di coinvolgere management femminile in formazione. Nelle microimprese, quelle con meno di dieci addetti, soltanto lo 0,4% delle imprese inserisce in formazione donne manager. Questa percentuale cresce all’8,2% nelle piccole imprese. Più sale la dimensione aziendale e più aumenta il coinvolgimento delle donne dirigenti: quasi il 40% delle medie imprese inserisce nella formazione una o più di loro, e questa quota sale al 51,4% nelle grandi imprese.
Inoltre, la percentuale delle aziende che rivolgono la formazione ad almeno una donna manager cresce con il crescere dell’età dell’impresa. Infatti, il 91% di tutte le aziende che coinvolgono nella formazione almeno una dirigente di sesso femminile ha più di dieci anni d’età. Last but not least, a inserire più donne nei processi formativi dei dirigenti sono le imprese che lavorano nei settori della scienza e della tecnologia: il 49% di esse ha almeno una donna in formazione.
Dal punto di vista della performance, i risultati della ricerca dimostrano che la formazione manageriale ha un impatto positivo sulla produttività delle imprese: quelle che coinvolgono anche le donne, offrono in media più ore di formazione, e quindi ottengono migliori risultati in termini di innalzamento della produttività: quasi una sorta di bonus. Esiste un gap di produttività fra chi rivolge la formazione solo agli uomini e chi invece la fa anche alle donne. In particolare, quando vengono coinvolte le donne, l’aumento di produttività è più alto del 9%. Fare formazione alle manager conviene sia nella manifattura, dove l’aumento è appunto del 9%, sia nei servizi dove la produttività si innalza dell’8%.