Soltanto ieri, nell’ambito dell’informativa su ciò che sarà il Consiglio europeo di domani, il premier Conte si è limitato a spiegare che (semplificando), come è giusto che sia, nel momento in cui ‘arriveranno’ gli ‘agognati’ fondi Ue il governo riferirà in Parlamento per discuterne la gestione e la destinazione. Il tutto verrà, ha poi spiegato, seguendo le linee tracciate dal cosiddetto piano di rilancio (che comunque non sarà pronto prima di settembre), sul quale si sta ‘già’ lavorando questi giorni a Villa Pamphili, nell’ambito dei cosiddetti ‘Stati generali’.
Il tutto in completa ‘autonomia’ cioè, senza passare attraverso il Parlamento e, ancora peggio, senza tener minimamente conto delle proposte e dei giudici dell’opposizione. Insomma, una posizione quella del governo abbastanza discutibile: uno perché grazie a Dio la fase emergenziale è superata, e non c’è quindi motivo di agire in fretta ed in autonomia, secondo, ‘qualsiasi’ decisione e conseguente azione del governo deve essere sempre prima discussa, eventualmente modificata, e poi approvata dal Parlamento.
E stamane (finalmente), il Quirinale ha ritenuto di ‘intervenire’ rammentando al governo che, a proposito dei fondi Ue, servono tempi celerie, soprattutto, risposte concrete, anche perché la situazione economica è quella che è.
Dunque, proprio in coincidenza del Consiglio europeo di domani, che verterà sia sul Recovery (Next generation Eu), che sul quadro finanziario pluriennale 2021-27, il Presidente Mattarella ha voluto incontrare il premier Conte, e i ministri Di Maio, Gualtieri, ed Amendola, ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.
Premesse dunque le tempistiche’ dell’intervento, e quanto da risolvere nel Paese, una nota del Quirinale ha poi fatto sapere che l’incontro è stato fruttuoso, e che l’intento comune è quello di concorrere al sostegno a tutti i Paesi in crisi a causa dell’emergenza coronavirus, che sono “patrimonio comune dell’Europa”.
Max