“Attualmente non sono previste altre condizioni per poter usare il Mes, perciò da questo punto di vista possiamo dire che è un approccio completamente diverso. Non stiamo parlando delle classiche condizionalità macroeconomiche come è stato, ad esempio, nei passati programmi per la Grecia o per Cipro. Per quanto riguarda il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, sarà fatto attraverso i consueti strumenti, come ad esempio il semestre europeo, ma anche lì ci saranno delle grosse differenze perché attualmente abbiamo attivato la cosiddetta clausola di salvaguardia generale”.
Ha tenuto a ribadirlo davanti ai microfoni di Sky Tg24, Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, affermando che “Tutti gli Stati membri dell’Eurozona avranno accesso alla linea di credito a condizioni migliorate del Mes: l’unico requisito sarebbe che gli Stati membri spendano questi soldi in questioni legate direttamente o indirettamente alla sanità, alla prevenzione, in pratica per fornire risposte all’attuale crisi per il coronavirus”.
Una posizione abbastanza ‘rigida’, quella presa dal numero due della Commissione Ue, resa ancor più praticabile – e dunque… ‘fattibile’ – dopo che stamane la Cancelliera ha ribadito il suo no agli eurobond, malgrado le numerose interviste che il nostro premier ha rilasciato ai media tedeschi, nella speranza di riuscire a sensibilizzarli, in vista del Consiglio europeo, atteso per giovedì prossimo.
Va da sé quindi, ha tenuto a sottolineare il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, che “Gli Stati membri non sono soggetti agli obiettivi di deficit e debito: si rifletterà anche nel nostro ciclo primaverile del semestre europeo dove coordineremo le politiche macroeconomiche e di bilancio. Siamo già d’accordo che avrà degli input molto semplificati da parte degli Stati membri, dato l’alto livello di incertezza che stiamo fronteggiando in economia in questo momento e inoltre in termini di direzione politica – ha quindi concluso Dombrovskis – concentrerà sulla risposta alla crisi e su come assicurare e sostenere la ripresa subito dopo”.
Riguardo poi il finanziamento del fondo per la ripresa, ha aggiunto il numero due della Commissione Ue, ”come è stato detto dalla Commissione Europea siamo pronti a esplorare tutte le opzioni all’interno del Trattato”. E a chi gli domanda se la ‘mutualizzazione del debito’ sia un’opzione sempre valida oppure, se non c’è alternativa che utilizzare il budget europeo per poter garantire l’emissione di titoli, Dombrovskis ha ricordato: “Quando l’Eurogruppo ha discusso non solo la risposta alla crisi ma anche la fase di ripresa, ci sono state discussioni anche sul cosiddetto fondo per la ripresa. Dal punto di vista della Commissione ciò che è importante è che tutti questi tipi di iniziative vengano in cima della nostra proposta per il Quadro finanziario pluriennale, in pratica completando quello che possiamo fare attraverso il bilancio europeo e non alle spese per gli obiettivi all’interno del Mff”.
Dal canto suo, parlando dei costi sanitari, cosiddetti “diretti e indiretti”, Mario centone, presidente dell’Eurogruppo, ha ribadito che questi saranno coperti dalle neo linee di credito del Mes, e considerati in misure “sufficientemente ampie. Questo – ha aggiunto sempre in merito all’accesso al credito – è qualcosa che deve essere determinato dagli organi decisionali del Mes, che è uno strumento intergovernativo, ma è stato ben chiarito dal presidente dell’Eurogruppo, sia nell’Eurogruppo stesso che pubblicamente, che i costi sanitari diretti e indiretti saranno interpretati in modo sufficientemente ampio“.
Infine, sottolineando che ”Su quando questa crisi sarà finita, non posso darvi una data specifica al momento”, Centeno ha tenuto a precisare che, quando avverrà, saremo perfettamente consci che, rispetto a qualche mese fa, gli Stati membri vanteranno purtroppo livelli magari sia di deficit che di debito, quindi, ha concluso, “ricominceremo da un punto di partenza diverso“.
Una sorta di ‘nulla sarà come prima‘, per certi versi da interpretare. Soprattutto viste le incognite che ci dividono da giovedì quando, come dicevamo, il Consiglio Ue si riunirà per decidere quale strategia di politica economica comune intraprendere, senza però far si che tale opzione, non vada poi a pesare sui Paesi attualmente meno forti… noi!
Max