Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili della Lega in Parlamento, sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 4 anni e 4 mesi nel processo con rito abbreviato nell’indagine sulla compravendita della sede della Fondazione Lombardia Film commission, ente partecipato da Regione e Comune di Milano. Nella vicenda della compravendita del capannone di Cormano, perfezionata a dicembre 2017, i due – ai domiciliari dal settembre scorso – avrebbero drenato 800 mila euro di fondi pubblici.
“Massimo rispetto per la sentenza e massimo dissenso”. Le condanne “non cambiano moltissimo” rispetto alle richieste della procura, “ricorreremo” contro questa decisione, afferma l’avvocato Piermaria Corso, difensore dei due contabili.
Il giudice, che ha alzato la pena per entrambi gli imputati di quattro mesi rispetto alla richiesta della procura visto anche il comportamento processuale, ha concesso le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Non solo: il gup “dichiara i due imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena” e “interdetti per anni quattro dall’esercizio della professione di commercialista”.
Il giudice ha riconosciuto un risarcimento “da liquidarsi in separato giudizio con l’assegnazione di una provvisionale provvisoriamente esecutiva” di 150 mila euro a Fondazione Lombardia Film commission (la richiesta era 1,7 milioni di euro) e di 25 mila al Comune di Milano (117 mila la richiesta) che si sono costituiti parti civili. Secondo l’impianto accusatorio del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal Stefano Civardi, Di Rubba, che fu presidente della fondazione e il suo socio di studio Manzoni, avrebbero spartito con un altro commercialista, Michele Scillieri (ha già patteggiato 3 anni e 4 mesi), circa la metà degli 800 mila euro spesi dalla fondazione per la sede a Cormano attraverso un giro di società e prestanome. Ha scelto invece il rito ordinario, il processo è in corso, Francesco Barachetti, l’imprenditore che sarebbe coinvolto sottrazione del denaro pubblico.
Nell’indagine svolta dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, oltre il commercialista Scillieri, nel cui studio in centro a Milano era stato registrato il primo domicilio della lista ‘Lega per Salvini premier’ risultano coinvolti anche i due prestanome Luca Sostegni e Fabio Barbarossa (cognato di Scillieri) che hanno patteggiato: quattro anni e dieci mesi per Sostegni, due anni e un mese per Barbarossa. Dal primo filone di indagini ne sono nati altri, che si ricollegano anche all’inchiesta della procura di Genova sui 49 milioni della Lega.