CRONACA ITALIA

Fondazione Santa Lucia, il rischio fallimento. Arriva l’allarme dei sindacati

Il futuro della Fondazione Santa Lucia è incerto. “Il prossimo 6 agosto, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è previsto l’incontro sul futuro della Fondazione Santa Lucia”. Così, in una nota, la Cgil, la Cisl e la Uil regionali insieme alle rispettive federazioni della Funzione Pubblica.

È da sempre un’eccellenza sanitaria a livello nazionale nella neuroriabilitazione e sulla ricerca, è un punto di riferimento per la Capitale e per l’intera Regione, che però è sull’orlo del fallimento. Lunedì scorso c’è stato un incontro tra il presidente della Regione, Francesco Rocca, e i sindacati, nel quale si sono stabiliti dei punti fondamentali da cui partire per vigilare su vari fronti: livello occupazionale, assistenza ai pazienti e i parametri di accreditamento.

L’allarme sul futuro della struttura ospedaliera è che rischia di chiudere a causa di un dissesto economico, rischia di chiudere quella che da 64 anni è una risorsa per i cittadini.

Aggiornamento ore 11.30

Una nota dei sindacati afferma che il 6 agosto è una data fondamentale per la Fondazione, “Una vertenza che vede coinvolte oltre 800 persone che lavorano, a vario titolo, per la Fondazione rendendola una struttura fondamentale per il servizio sanitario regionale del Lazio e quello nazionale. L’IRCCS, infatti, rappresenta un’eccellenza nella neuroriabilitazione e sulla ricerca nelle neuroscienze che non può essere dispersa.”

La situazione che la Fondazione si trova a vivere è legata ad una malagestione precedente e inadeguata che ha pesato sulla struttura, una struttura abbandonata in passato e con tariffe non consone alla complessità dei pazienti assistiti.

Aggiornamento ore 15.00

I sindacati sono intenzionati a far partire la mobilitazione se non arriveranno risposte positive dall’incontro. “All’incontro ribadiremo quanto già espresso negli incontri con il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, in merito la necessità di garantire la piena continuità occupazionale e dell’assistenza sanitaria alla popolazione. Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori né le cittadine e i cittadini che necessitano di cure a pagare le conseguenze di una crisi di cui non hanno alcuna responsabilità. Per questo è fondamentale che s’intervenga per rendere la struttura pubblica.”