Si è conclusa la campagna di raccolta fondi della Fondazione Banco Alimentare ‘La Fame non va in vacanza’. Il ricavato delle donazioni viene utilizzato per recuperare e distribuire alle strutture caritative convenzionate 1.250 tonnellate di alimenti, corrispondenti a 2.500.000 pasti. Numeri importanti, ma drammatiche sono le conseguenze del virus e, come sempre accade in una crisi economica, a pagarne le maggiori conseguenze sono le fasce più vulnerabili della popolazione: già prima del Covid 1,6 milioni di famiglie erano in povertà assoluta, ovvero senza lo stretto necessario per vivere dignitosamente.
Oggi sono 2 milioni, l’equivalente di oltre 5,6 milioni di individui, 1 milione in più rispetto all’anno precedente; di questi, 200 mila sono minori. Le donazioni sono impiegate per sostenere i costi di recupero delle eccedenze alimentari che vengono distribuite gratuitamente alle 7.600 strutture caritative convenzionate che raggiungono in Italia oltre 1.670.000 persone in difficoltà, di cui 340mila minori. Nel 2020 sono state oltre 100.000 le tonnellate di cibo distribuito, e nel 2021, ad oggi, sono già oltre 80.000 tonnellate.
“Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di partecipare alla campagna – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus -. I risultati ottenuti da ‘La fame non va in vacanza’ sono il segno di una rinnovata attenzione verso chi è in difficoltà, in un momento in cui il numero delle persone che hanno bisogno di aiuto alimentare è aumentato drasticamente. Penso alle famiglie delle 870 mila persone che hanno perso il lavoro da inizio pandemia. Serve un aiuto concreto e immediato per sostenere tempestivamente chi è nel bisogno”.