Continuano in Pakistan le condanne a morte per chi viene accusato di blasfemia. Vittime questoggi, 5 novembre 2014, due giovani cristiani bruciati vivi da una folla inferocita. Secondo la ricostruzione dellufficiale della polizia pakistana, Muhammad Binyamin, lorrore sarebbe accaduto nella zona di Lahore, dove qualche giorno fa lAlta Corte aveva condannato a morte unaltra cristiana accusata di blasfemia, Asia Bibi, madre di cinque figli ed in carcere dal 2009.
La scioccante notizia delle due nuove vittime giunge in Italia grazie alla Fides, lagenzia dei missionari. ShahzadMasih e sua moglie Shama, rispettivamente di 26 e 24 anni, sono stati spinti con la forza in una fornace, dove si cuociono i mattoni, da un gruppo di circa 400 musulmani accorsi da diversi villaggi. Il fatto sarebbe avvenuto nel villaggio Chak 59, nei pressi della cittadina di Kot Radha Kishan, a sud di Lahore- ha raccontato lavvocato cristiano Sardar Mushtaq, dove i due coniugi vivevano con tre figli in attesa di un quarto. Da qualche anno lavoravano nella fabbrica di argilla, dove sono stati sequestrati e tenuti in ostaggio dal 2 novembre.
La follia di tale episodio è legata alla recente morte del padre di Shahzad; infatti due giorni fa Shama, ripulendo labitazione del suocero, avrebbe ritrovato carte, fogli e amuleti per pratiche di magia nera. Ritenendo quella roba ormai inutile, la donna avrebbe fatto un piccolo rogo, e secondo la testimonianza di un loro collega che assisteva alla scena, avrebbe bruciato anche alcune pagine del Corano. Immediatamente si è sparsa la voce nei vari villaggi portando così allorribile epilogo.
La polizia, giunta sul posto, è riuscita soltanto ad accertare la morte dei due giovani e ad arrestare per il momento una cinquantina di persone, mentre oltre 460 sono state denunciate per aver partecipato al linciaggio. Per ora il governatore del Punjab, Shahbaz Sharif ha deciso di creare una commissione di inchiesta per accelerare le indagini. Ha inoltre rafforzato la sicurezza nei quartieri dove la minoranza cristiana viene spesso perseguitata dai musulmani. Si spera soltanto che nessuno dovrà più subire violenze fisiche e psicologiche in ragione della sua fede.