Home POLITICA ECONOMIA Fmi: 2019 nero per l’Italia, stime di crescita a zero

Fmi: 2019 nero per l’Italia, stime di crescita a zero

I paesi con un debito pubblico elevato, come Francia, Italia e Spagna, dovrebbero ricostruire gradualmente buffer fiscali al tempo stesso tutelando gli investimenti. Un impegno credibile in un percorso di riduzione del debito nel medio termine è particolarmente cruciale per l’Italia, con un debito e un fabbisogno di finanziamento elevato, come se la crescita dovesse indebolirsi in modo significativo, i paesi con spazio fiscale dovrebbero usarlo più attivamente. Parallelamente, il risanamento di bilancio potrebbe essere temporaneamente modificato nei paesi in cui lo spazio fiscale è minore, a condizione che le loro condizioni di finanziamento rimangano favorevoli e la sostenibilità del debito non sia compromessa”.
Addio sogni di gloria! Mentre ci si affanna a votare una manovra che ‘dovrebbe’ rappresentare un punto di rinascita – o per lo meno di non emergenza – stamane, attraverso il World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale stimando le stime di crescita del nostro Paese ha fissato a +0,0% l’andamento del Pil italiano nel 2019. Il che sta a significare un ulteriore taglio di 0,1 punti, nonostante la stima formulata lo scorso luglio, per altro al ribasso.
Come se non bastasse poi, guardando al 2020 la stima subisce un ulteriore -0,3 punti, rispetto al Pil che al massimo può ‘aspirare’ a uno 0,5%. Ad incidere fortemente sulle previsioni, hanno spiegato dal Fmi, la somma di un insieme di elementi come la debolezza dello stimolo fiscale, i consumi privati (che non sembrano certo rosei), ed in generale ‘la salute economica’ internazionale a dir poco cagionevole.
Considerando quindi ‘il grafico’ dei conti pubblici italiani, la stima annunciata dal Fondo Monetario segnala un deficit relativo al Pil che nel 2019 è del 2,0%, nel 2020 del 2,5% e, nel 2021, al l 2,6% . In relazione invece al rapporto debito/pil, qui il World Economic Outlook intravede una crescita seconda la quale quest’anno è del 132,2% (esattamente come è stato nel 2018), al 133,7% nel 2020 e, al 134% nel 2021.
Max