A 100 anni dalla nascita del fisico che ‘visse due volte’ Bruno Touschek arrivano alla Sapienza di Roma i due Nobel italiani per la Fisica Giorgio Parisi e Carlo Rubbia per aprire una tre giorni di lavori che vede al centro l’eredità lasciata da Touschek nel campo dell’accelerazione di particelle. Fino a sabato 4 dicembre è in programma – fra Roma ed i laboratori di Frascati – un maxi convegno organizzato dalla Sapienza Università di Roma, dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Infn e dall’Accademia Nazionale dei Lincei dedicato al brillante fisico austriaco che ha insegnato e fatto ricerca in Italia, uno dei pionieri delle ricerche sugli acceleratori di particelle.
Il calendario dei lavori inizia il 2 dicembre alle ore 9.00 con l’apertura nell’Aula Amaldi della Sapienza, a piazzale Aldo Moro, la seconda giornata di celebrazioni continua a Frascati venerdì 3 dicembre nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn dove si tiene la cerimonia di intitolazione a Bruno Touschek del visitor centre dei Laboratori Nazionali di Frascati, alla quale prenderà parte, tra gli altri, il figlio Francis Touschek. La terza e ultima giornata di celebrazioni si svolge all’Accademia dei Lincei, in via della Lungara.
È il 1945 e Bruno Touschek si separa dalla colonna dei deportati, cadendo riverso in un fosso al lato della strada, stremato dalla polmonite e dalla lunga marcia, uno dei soldati che scortavano i prigionieri, gli spara, un colpo alla testa e uno al petto. Ma come si sarebbe evoluta la fisica delle particelle, se quello sparo avesse realmente ucciso il giovane austriaco? Invece il proiettile raggiunse Touschek solo di striscio e lui fu tratto in salvo, sottraendosi a un destino che sembrava già segnato. A 100 anni dalla sua nascita, la Sapienza, l’Infn e l’Accademia dei Lincei dedicano alla figura e all’eredità del brillante fisico austriaco il ‘Bruno Touschek Memorial Symposium (1921-2021)’, un convegno di tre giorni ospitato nelle sedi delle tre istituzioni che hanno avuto una parte tanto rilevante nella sua vita. Si parte il 2 dicembre alla Sapienza dove tra gli altri parteciperanno i due Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia e Giorgio Parisi, intervenendo dall’aula Amaldi, proprio l’aula dedicata al fisico italiano che più si adoperò per inserire Touschek nel panorama della fisica italiana.
Fu infatti negli Anni ’50 che Touschek giunse in Italia in forma stabile, insegnando all’università capitolina e contribuendo alla realizzazione e all’evoluzione degli acceleratori di alta energia. Un approdo non scontato per lo studioso, profondamente segnato da vicende personali. In seguito all’annessione dell’Austria alla Germania e all’introduzione delle leggi razziali, Touschek fu costretto a lasciare gli studi presso l’Università di Vienna dove si era iscritto, dopo un breve soggiorno in Italia presso la zia materna, Adele, detta Ada. Fu proprio in suo onore che, molti anni più tardi, Touschek chiamò il prototipo di acceleratore, da lui concepito, realizzato presso i Laboratori di Frascati dell’Infn ‘Ada’ – Anello di Accumulazione.
L’idea rivoluzionaria realizzata per la prima volta da Touschek in AdA consisteva nel far circolare all’interno di uno stesso anello e in direzioni opposte due fasci di particelle, uno di materia e uno di antimateria, dalle cui collisioni poter produrre nuove particelle. Questa idea ha aperto la strada allo sviluppo dei successivi anelli di collisione ed è alla base del funzionamento di Lhc (Large Hadron Collider) del Cern, il più grande e potente collisore al mondo. In Italia, grazie alla sua brillante personalità, Touschek contribuì al grande sviluppo dell’ambiente accademico e scientifico italiano, formando una nuova generazione di teorici – tra i suoi primi laureandi scienziati del calibro di Nicola Cabibbo e Francesco Calogero – e consolidò quella che sarebbe divenuta una caratteristica dei Laboratori di Frascati: la simbiosi tra teoria, sperimentazione e costruzione di macchine acceleratrici.
Secondo chi lo ha conosciuto, Touschek era una personalità del tutto fuori dagli schemi e, oltre a coltivare la sua passione per le motociclette, aveva un talento innato per il disegno, al quale si dedicava in continuazione, dando forma artistica a dubbi e intuizioni: molti dei suoi schizzi e disegni, custoditi da amici e colleghi saranno esposti domani in occasione del convegno presso l’Edificio di fisica Marconi, accanto all’aula Amaldi.