(Adnkronos) – Non prima della settimana prossima. E dopo il ritorno dalla ‘mission’ ad Algeri, che avrà luogo nella giornata di lunedì. Il premier Mario Draghi incontrerà Lega e Forza Italia nei prossimi giorni -il giorno X potrebbe essere martedì 12- certo non intende sottrarsi al dialogo chiesto dal centrodestra. Che in queste ore, dopo l”incidente’ in commissione Finanze alla Camera che ha visto addirittura l’intervento dei commessi, chiede al presidente del Consiglio “garanzie certe” sul fatto che l’approvazione della delega fiscale non comporti in nessun modo un aumento delle tasse.
Fonti vicine al presidente del Consiglio non nascondono l’irritazione, perché da mesi ormai il premier, e non solo lui, va ripetendo che no, la delega fiscale non comporterà nessun aumento, non porterà ad alzare l’asticella della tassazione. Del resto il nervosismo di queste ore emerge con forza anche dalla nota emessa da Palazzo Chigi nel tardo pomeriggio. In cui viene messo nero su bianco che il “governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse. Il presidente Draghi ha dichiarato più volte questo impegno sin dall’inizio del suo mandato, in Parlamento, in incontri pubblici con il mondo imprenditoriale e industriale, ai vertici internazionali e anche nei vari confronti con i leader delle forze di maggioranza”.
Nel caso della delega fiscale, viene poi rimarcato, Draghi ha specificato, anche di recente, che il provvedimento “non porta incrementi sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati”. Detto in modo più diretto, “nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi” al centro dell’ultima battaglia in commissione Finanze.
L’ennesimo polverone viene visto come il fumo negli occhi a Palazzo Chigi. Tanto più davanti a una bagarre -con tanto di urla e microfoni lanciati in commissione Finanze- che arriva a poche ore dalle parole, chiare, di Draghi ieri nel corso della conferenza stampa sul Def. E del suo appello all’unità, una delle condizioni sine qua non per rianimare la fiducia di famiglie e imprese, in affanno per il caro vita e depresse da una guerra che non accenna a finire, scoppiata dopo l’incubo della pandemia.
“In un momento drammatico come questo serve unità” e “spirito costruttivo”, le parole pronunciate da Draghi appena poche ore prima dell’incidente in commissione Finanze. E ripetute in queste ore ai suoi collaboratori, con un certo sgomento per il livello di scontro raggiunto in queste ultime ore. In cui non accennano a placarsi i sospetti che hanno preso corpo la settimana scorsa, dopo lo scontro con il leader del M5S Giuseppe Conte sulle spese militari.
Ovvero che ci sia una parte della maggioranza -il vecchio fronte ‘gialloverde’ del primo governo Conte- pronto allo sgambetto, a far precipitare il Paese ad elezioni anticipate, sfruttando la ‘finestra’ delle amministrative di giugno. Un sospetto a cui l’ex numero uno della Bce – a quanto apprende l’Adnkronos – avrebbe dato voce anche nel duro faccia a faccia con l’ex premier, prima di salire al Quirinale per informare il Capo dello Stato della strada accidentata sul terreno della difesa e dell’aumento delle spese militari.