Nel Tribunale di Firenze si è concluso con la condanna di tre carabinieri per omicidio colposo, il processo per la morte di Riccardo Magherini che spirò nel corso di un fermo operato dai carabinieri (il maresciallo Stefano Castellano e gli appuntati Vincenzo Corni, Davide Ascenzi e Agostino Della Porta) in Borgo San Frediano, a Firenze. Su richiesta dei militi, che giudicarono incontenibile il fermato, il 118 inviò un’ambulanza con tre volontari della Cri. Tenuto fermo a forza dai carabinieri, è stato appurato dalle perizie legali che il 39enne morì “per arresto cardiocircolatorio per intossicazione acuta da cocaina associata ad un meccanismo asfittico” in quella notte tra il 2 e il 3 marzo 2014. Per tali motivi il giudice Barbara Bilosi ha dichiarato i tre carabinieri responsabili, in concorso colposo, rei di aver determinato la morte dell’uomo. Un quarto militare è stato assolto. Assolte con formula piena anche le due volontarie della Croce Rossa, Claudia Matta e Janeta Mitrea per non aver commesso il fatto (nel corso del processo è morto un volontario imputato, Maurizio Perini, anche lui assolto postmortem). Nello specifico, i carabinieri Stefano Castellano e Agostino Della Porta sono stati condannati a 7 mesi di reclusione, mentre Vincenzo Corni a 8 mesi di reclusione (nei suoi confronti non si è proceduto per il reato di percosse per difetto di querela). Assolto dal reato di omicidio colposo il militare Davide Ascenzi. Nel dispositivo si afferma che i tre carabinieri condannati (è stata concessa dal giudice la sospensione della pena) durante il loro intervento in Borgo San Frediano, “dopo averlo non senza difficoltà immobilizzato e ammanettato”, tennero Magherini “prono a terra”, in una “situazione idonea a ridurre la dinamica respiratoria”. I tre militari sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili per il 30% (2.200 euro) per ogni difensore, e al rimborso delle spese generali. Il restante 70% delle spese del giudizio saranno compensate tra le parti. “Sapevamo che la giustizia avrebbe fatto il suo corso in modo giusto ed equilibrato definendo la nostra estraneità ai fatti – ha detto Claudia Matta all’uscita dell’aula di Tribunale di Firenze dopo l’esito della sentenza – Vogliamo ringraziare quanti ci sono stati vicini in questi anni ed un ringraziamento particolare va all’avvocato Massimiliano Manzo, che ci ha seguito sempre con passione e generosità non risparmiando tempo e fatica. Un pensiero anche alla famiglia Magherini, alla quale nessuna sentenza potrà mai rendere Riccardo”. “Questa sentenza di assoluzione rende al volontariato la spinta per continuare a svolgere il proprio compito così come è stato fatto fino ad oggi, ma senza paura – si legge in un comunicato della Croce Rossa do Firenze – Ancora oggi infatti non si riescono a trovare le motivazioni per le quali dei volontari, che regalano il loro tempo per gli altri, pur rispettando tutte le norme e i protocolli si siano ritrovati sul banco degli imputati”. “Siamo molto felici e sollevati dopo questa sentenza – ha affermato Lorenzo Andreoni, neo presidente del comitato di Firenze della Croce Rossa – ringraziamo tutto il mondo del volontariato, Croce Rossa, Anpas, e Misericordie che senza distinzione di divisa hanno sempre dimostrato il loro appoggio. Con questa sentenza, chi tutti i giorni come noi dedica il proprio tempo ad aiutare gli altri, ha la conferma che il proprio ruolo è tutelato dal rispetto delle regole. Il nostro pensiero in questo momento va al nostro volontario Maurizio, scomparso prima della fine di questa triste vicenda e alla famiglia Magherini, che ha sempre lottato per la verità e la giustizia. Ringrazio particolarmente, a nome mio e di tutto il comitato di Firenze, l’avvocato Manzo e il suo staff per la passione e il lavoro svolto”. Visibilmente soddisfatto il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama, che ha spiegato come “La richiesta di verità, sostenuta con tanta intelligenza e determinazione da Guido e Andrea Magherini, non era affatto pretestuosa. Dunque, non abbiamo sbagliato a sostenere questa battaglia per la giustizia. La vicenda della morte di Riccardo Magherini presentava lati oscuri e rivelava comportamenti illegali da parte dei carabinieri coinvolti. Si dovranno valutare con attenzione le motivazioni della sentenza – ha poi aggiunto Manconi – ma intanto si può dire che quando un cittadino trova la morte durante un’azione di uomini e apparati di polizia, le responsabilità vanno accertate col massimo rigore: è in gioco la stessa credibilità dello stato di diritto e del sistema delle garanzie”.
M.