Il primo pareggio in campionato della Roma di De Rossi ha il sapore della vittoria.
Non era facile uscire indenni dal Franchi visto l’andamento della gara e la formazione iniziale sbagliata dal nuovo tecnico giallorosso (che stavolta davanti alle telecamere ha parlato di concorso di colpa con la squadra). Come a Frosinone, il giovane allenatore giallorosso ha scelto di tornare a tre in difesa dopo la gara di Coppa con l’aggravante di Angelino terzino destro (perché non Celik dopo la doppia bella prova contro Monza e Brighton?) e Pellegrini in panchina.
Il risultato è stato una buona partenza (due occasioni nei primi 4’) e poi lo spegnimento progressivo col ritorno ad un calcio stile Mourinho. Possesso palla sterile, ritmi bassi e poco movimento senza palla, con gli uomini di Italiano sempre primi sulle seconde palle e capaci di imporsi a centrocampo (per Bove nemmeno un minuto) dove Cristante e Paredes hanno faticato a contenere le ondate viola.
Con Mancini ammonito dopo appena 5’ e costretto ad uscire alla 30’ per evitare guai maggiori, era la Fiorentina a comandare le danze tanto che, alla fine del tempo, il risultato di 1-0 andava persino stretto alla Fiorentina che in tre occasioni ha avuto la possibilità di raddoppiare.
Poi, nella ripresa, ecco ripresentarsi la Roma in versione difesa a quattro. Più spigliata ed aggressiva, la squadra di De Rossi pareggiava al 58’ con Aouar e dava la addirittura la sensazione di poter vincere la partita. Illusione franata al 69’ col raddoppio di Mandragora (un gentile regalo dei giallorossi che sbagliavano scelte in serie prima del goal) prima del potenziale colpo del ko viola col rigore di Biraghi parato da Svilar all’80. Sull’inerzia dello sventato pericolo i giallorossi (con Pellegrini e Spinazzola finalmente in campo) attaccavano ma senza creare pericoli fino all’eurogol di Llorente che al 95’ infilava di collo pieno all’incrocio dei pali dopo sponda aerea di N’Dicka.
Un punto di fondamentale importanza per classifica e morale in vista del rush finale di campionato. Perdere avrebbe significato smarrire certezze e avere sul fiato una concorrente diretta come la Fiorentina nella corsa Champions. Una cosa è certa, e lo ha confermato De Rossi a fine gara. Questa ormai è una squadra che rigetta la difesa a tre (una bellissima notizia verrebbe da dire) e vuole imporre il proprio calcio ovunque e comunque. Non sarà facile per l’allenatore giallorosso tenere fuori dagli 11 titolari due centrali di valore assoluto a partita ma è il prezzo da pagare per il di mentalità che ha portato punti e bel gioco.
Svilar 8, Mancini 5 (dal 33’ Huijsen 6), Llorente 7, Ndicka 6,5, Angelino 5 (dal 79’ Spinazzola sv), Cristante 5,5, Paredes 5,5 (dal 79’ Pellegrini sv), Aouar 6, El Shaarawy 5,5 (dal 72’ Zalewski 5,5), Dybala 6 (dal 72’ Baldanzi), Lukaku 5,5.
All. De Rossi 6.
Claudio Fontanini