Due mesi e mezzo dopo il parere favorevole arrivato dalla Conferenza Stato-Regioni al decreto del Ministero della Salute per la creazione della Banca dati nazionale sulle DAT, parere che esauriva tutti i passaggi formali obbligatori per l’emanazione del decreto, l’avvocato Giulia Crivellini, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni, annuncia la data dell’udienza davanti al TAR Lazio. Nel frattempo, sono saliti a 17 i mesi di ritardo accumulati dal decreto che, secondo la legge di bilancio pluriennale 2018-2020, doveva essere emanato entro il 30 giugno 2018. Per questo, dopo aver diffidato il Ministero della Salute per l’inadempienza, l’Associazione Coscioni è passata ad un vero e proprio ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con l’auspicio che il Ministro Speranza sani l’inadempienza del Ministero prima dei magistrati. Il ricorso, redatto e firmato dagli avvocati Giulia Crivellini, Dario Capotorto, Corinna Fedeli e Filomena Gallo, è stato assegnato alla Sezione Terza-quater del Tar Lazio.
Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni, dal Congresso dell’Associazione in corso a Bari: «La mancata emanazione dei decreti pregiudica il diritto dei cittadini a rendere noto ai sanitari il proprio testamento biologico e a veder rispettate le proprie volontà nelle scelte di fine vita. La creazione del registro nazionale è uno strumento essenziale per consentire che le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) siano conoscibili a livello nazionale, siano utili anche a chi non dispone di un fiduciario e assicurino il deposito anche delle videoregistrazioni previste per chi non può firmare»