Filmò la famiglia Renzi durante il lockdown, oggi il giudice del tribunale di Firenze ha considerato congrua, per estinguere il reato di intromissione illecita nella vita privata, la cifra di 6.500 euro versata con un assegno al senatore da un suo vicino di casa.
L’uomo era finito sotto processo perché aveva filmato dalla sua finestra, in pieno lockdown, la famiglia dell’ex premier che giocava a pallavolo nel giardino della sua villa fiorentina nella zona di piazzale Michelangelo, realizzando un video, poi diventato virale, in cui la voce fuori campo affermava cose risultate false, tra cui la circostanza che nel giardino della villa di Renzi fossero presenti anche degli amici dei figli, in violazione delle norme anti Covid, e che gli uomini della scorta del leader di Italia Viva li avessero accompagnati da una casa all’altra. Il vicino di casa dell’ex premier ha anche presentato una lettera di scuse.
La vicenda penale, nella quale Renzi era parte civile difeso dall’avvocato Federico Bagattini, si è così conclusa. Oggi, però, nella sua Enews, il leader di Italia Viva ha annunciato che la prossima settimana prossima lui e la sua famiglia procederanno alla richiesta di danni anche in sede civile.
“È scandaloso – ha scritto Renzi in una lettera inviata al giudice del processo penale – che si possano riprendere dei minorenni, per di più all’interno della loro abitazione o giardino. E forse è ancora più scandaloso che si possa affermare che i minorenni violino delle regole stabilite dal Governo per tutti i cittadini”. E ha aggiunto: “Mia moglie Agnese è insegnante ed è stata costretta a spiegare alla cerchia di conoscenti che non vi era alcuna violazione in casa nostra del Dpcm. Ma soprattutto lo ha dovuto fare a scuola, davanti a coetanei dei nostri figli”. Nella lettera al giudice del processo penale Renzi, a proposito dei componenti della sua scorta ha sottolineato che “sono stati pesantemente colpiti nella loro professionalità” perché “sostenere che personale dell’Aisi si possa prestare a accompagnare amici minorenni da una casa all’altra è profondamente lesivo della reputazione”. Infine, il leader di Italia Viva ha concluso: “Di me non parlo, perché il danno reputazionale e politico è evidente. Ma ciò che mi fa male in questa vicenda non è il politico aggredito, quanto il genitore ferito. Il genitore che non riesce a proteggere i propri figli dalle fake news e che si vede violato nella sua intimità familiare da una valanga di bugie”.