Gli americani utilizzano un solo termine, “family”, mentre da noi la traduzione è “film per la famiglia“, ma di sicuro il nome è meno altisonante. Eppure è da meno di un anno a questa parte che il cinema tricolore sta tentando di trovarsi un posto che generalmente viene riservato dalle pellicole made in Usa, con generi come l’animazione, i film sui supereroi ma anche con le commedie: i film per tutta la famiglia.
A cominciare da Un gatto in tangenziale, biglietto d’oro odi questanno sin dalla Befana della Cortellesi, in mezzo il Fabio De Luigi di Ti presento Sofia e molti altri nomi (più o meno azzeccati) i registi italiani, ma specialmente i produttori e i distributori, hanno percepito che i film a tema familiare possono portare molto denare. “Io ho iniziato a scrivere un anno fa – commenta Alessandro Genovesi, che è stato al cinema dal 7 febbraio con 10 giorni senza mamma con Fabio De Luigi e Valentina Lodovini – quando è stato chiaro che anche i nostri film con ambizione commerciale possono trovare il loro pubblico. Andare al cinema sta diventando un evento, i film si vedono solo nei weekend in determinati periodi dell’anno perché l’offerta a casa è ricca e quindi nel momento in cui vai al cinema vuoi trovare una storia che funzioni per i piccoli ma anche per i grandi. La difficoltà e la sfida sta lì, nel trovare il modo di parlare a tutti”. “In questo sono bravi gli americani parla ancora Genovesi che con sua figlia Caterina di dieci anni ha assistito a molti titoli “made in Usa” per piccoli degli ultimi decenni – loro sono capaci di storie pazzesche che in modo intelligente abbracciano un pubblico vasto. È stata proprio mia figlia a dirmi ’I tuoi film sono molto divertenti ma dovresti farli anche adatti ai bambini’.