“Io credo che la lotta al caporalato si fa su diversi fronti, certamente i controlli, con le forze dell’ordine, sulla contrattualistica, con il ministero del Lavoro. Ma io credo che la cosa importante sia riequilibrare il modo in cui la catena del valore si trasmette nella filiera. Il produttore è quasi sempre la parte debole. Se noi garantiamo ai produttori maggiore marginalità riusciamo a fare anche in modo che quei produttori possano avere contratti di lavoro che diano diritti ai lavoratori, che tengano conto della difficoltà dei lavoro agrario e che soprattutto non accedano al lavoro nero e quindi al caporalato”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, intervenendo al Festival del lavoro dei consulenti del lavoro.
“Nel Pnrr lo facciamo -ha continuato Patuanelli- con un finanziamento da un miliardo e 200 milioni di euro per i contratti di filiera che tengono appunto dentro tutta la filiera della produzione, dei diversi settori. E con il contrato di filiera riusciamo a garantire che il valore aggiunto che si crea nella vendita del prodotto poi si trasferisca al produttore in modo corretto. Mentre oggi per i produttori non c’è margine e quindi non crea la possibilità di un lavoro che dia garanzie e certezze ai lavoratori”.
“Su Nutri-score noi stiamo facendo una battaglia, stiamo cercando di trovare quella minoranza di blocco a livello europeo che consenta di fermare questo scellerato progetto che mette a repentaglio tutte le nostre produzioni di eccellenza, le Igp, compresi i mono prodotti. E’ il concetto di dieta mediterranea che viene messo a rischio da questo sistema di condizionamento. Stiamo cercando di interloquire con altri Paesi, molti sono convinti che vada bloccato”, ha poi detto.
“Più il cibo è lavorato e trasformato più la lettera del Nutriscore volge verso il verde e questo crea un danno anche ambientale da parte del prodotto e anche da questo punto di vista ci sentiamo di dire che questo progetto va bloccato”, ha concluso.