Un ruolo attivo dei fondi interprofessionali quali organismi di secondo grado capaci di gestire direttamente le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza relative alla formazione propedeutica al lavoro e all’attività d’impresa. È il contenuto di maggiore novità emerso durante il webinar di Formazienda, il fondo interprofessionale istituito da Sistema Impresa e Confsal che dal 2008 ha finanziato i progetti formativi delle aziende per 150 milioni di euro, che si è svolto ieri sera all’interno della 12esima edizione del Festival del Lavoro incentrata sul tema ‘Competenze e strategie per la ripartenza’. Il webinar, dal titolo ‘Il ruolo dei fondi interprofessionali in Next generation Italia’ è stato organizzato da Formazienda in collaborazione con gli organizzatori del Festival del Lavoro: il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e la Fondazione studi consulenti del lavoro guidati rispettivamente dai presidenti Marina Calderone e Rosario De Luca.
Hanno partecipato al webinar il sottosegretario di stato al Ministero di Economia e Finanza Claudio Durigon, il presidente del Fondo Formazienda Andrea Bignami, il direttore del Fondo Formazienda Rossella Spada, l’esperto di politiche attive Eugenio Gotti, il ricercatore Adapt Matteo Colombo, la docente di Organizzazione del Lavoro presso l’Università Bocconi Rossella Cappetta, il presidente di Sistema Impresa Berlino Tazza e il segretario generale di Confsal Angelo Raffaele Margiotta. La moderazione dell’incontro era affidata al giornalista Roberto Bettinelli. Per i consulenti del lavoro la partecipazione ha consentito di ottenere il riconoscimento dei crediti formativi.
L’Italia, grazie alla dotazione prevista dal piano Next Generation Italia che ha visto il governo Draghi rispettare la data del 30 aprile per la consegna alla Commissione Europea, può utilizzare 191,5 miliardi di euro di cui 68,9 a fondo perduto oltre ad 122,6 miliardi di finanziamento tramite prestiti. “Il Pnrr – ha commentato il sottosegretario al Mef Claudio Durigon – è un piano strategico che vuole trasformare l’Italia in un Paese competitivo e inclusivo, capace di tornare a crescere sulla base di una forte vocazione ad innovare ma al tempo stesso molto attento e rispettoso dei processi di inclusione sociale e di tutela verso i lavoratori”.
“Next Generation Italia -ha dichiarato il presidente di Formazienda, Andrea Bignami- costituisce un piano di aiuti straordinario che può rilanciare con forza l’economia italiana dopo la crisi del Covid attribuendo un ruolo strategico alla formazione dei lavoratori che, giustamente, viene interpretata come un fattore di crescita e competitività per il Paese”. “La transizione 4.0 richiede uno sforzo enorme e diffuso in termini di rinnovamento delle competenze della forza lavoro -ha continuato il direttore Spada- ed i fondi interprofessionali, che già hanno dato prova di gestire con efficienza le risorse pubbliche, possono essere coinvolte in modo operativo nella finalizzazione delle attività del Pnrr inerenti il tema della qualificazione e riqualificazione delle persone”.
Aderiscono a Formazienda 110mila imprese per 750mila lavoratori realizzando 75mila progetti che hanno formato 500mila persone per un milione di ore erogate. “L’Italia -ha spiegato l’esperto di politiche attive Eugenio Gotti- non ha mai brillato nella sua capacità di gestire i fondi comunitari. Una lacuna che, davanti alle imponenti risorse del Pnrr e all’urgenza di innescare la ripresa grazie all’innovazione tecnologica, può essere colmata investendo di un ruolo gestionale diretto i fondi interprofessionali in merito alle grandi risorse stabilite da Next Generation e non solo in riferimento al contributo dello 0,30%. Un potenziamento che può essere esteso anche alla certificazione delle competenze acquisite dalle persone formate”.
E proprio sul tema delle competenze si è concentrato Marco Colombo, ricercatore Adapt, che ha illustrato l’Agenda europea delle Competenze “dove emerge un quadro che evidenzia la necessità di recuperare terreno da parte dell’Italia rispetto ai paesi partner. E’ questa la grande sfida che attende il sistema imprenditoriale italiano”.
Rossella Cappetta, docente di organizzazione del lavoro all’Università Bocconi, sempre sul tema della certificazione delle competenze, ha analizzato la situazione italiana dove “l’obiettivo da raggiungere è prima di tutto superare una situazione attuale, caratterizzata da frammentarietà, elaborando invece una strategia nazionale più coerente e in sintonia con le esigenze del mondo produttivo”.
“Il Pnrr -ha dichiarato Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa- ha certamente la missione di garantire l’ammodernamento produttivo e imprenditoriale del Paese ma evidenzia in modo tangibile come tale traguardo possa essere conseguito unicamente valorizzando ciò che, nell’ultimo rapporto Anpal sulla formazione continua, viene indicato come il ‘potenziale moltiplicativo e trasformativo della formazione’. Le imprese hanno bisogno recuperare il terreno perduto e sanno che devono preparare al meglio le proprie risorse umane. Il contributo dello 0,30 destinato alla formazione continua deve essere ripristinato nella sua interezza”.
“In tema di competenze dei lavoratori -ha commentato Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale di Confsal- il divario tra Italia e altri Paesi Europei è ancora troppo ampio. Il Pnrr dovrà tradursi in azioni concrete e risorse da destinare alle politiche attive se vogliamo davvero avviare la via della ripartenza. A mio avviso proprio il punto delle risorse è strategico ed è qui che il Governo deve fornire le maggiori garanzie perché sia possibile raggiungere i risultati attesi”.