Le parole di Mourinho alla vigilia (esonerato da chi sa poco di calcio ha detto a pulsesport Nigeria), ed i fatti della nuova Roma di De Rossi sul campo. La partita che non si sarebbe mai dovuta giocare (vero Mourinho?) visto il comodissimo girone di qualificazione capitato in sorte ai giallorossi, diventa uno degli snodi fondamentali della stagione e quasi un certificato di laurea europea per DDR.
Esame superato, quasi a pieni voti, perché la Roma vista al De Kuip, dimostra personalità e sciorina gioco offensivo come pochissime volte è capitato di vedere, soprattutto lontano dall’Olimpico.
Cinque cambi rispetto alla formazione battuta dall’Inter (finalmente Rui Patricio in panchina) e pronti via ecco una Roma aggressiva e propositiva capace di intimidire e sorprendere il Fejenoord costretto nella sua metà campo dalle giocate rapide e da un triangolo di centrocampo nel quale brilla la stella Pellegrini, finalmente capace di illuminare il gioco e lavorare in quantità.
Con Paredes alla sua miglior partita in giallorosso e il ritrovato Bove a ringhiare su tutti (peccato per l’ammonizione finale, evitabile, che lo costringerà a saltare il ritorno) davanti Lukaku impegna di testa il portiere avversario in più occasioni, Dybala arretra per trovare spazio e giocate mentre Zalewski è l’unica nota stonata del coro. Leggero e indeciso fallisce anche una comoda palla goal su imbucata di Pellegrini (perché non tirare in porta rimarrà un mistero). Concentrata e attenta in difesa, la Roma fa la frittata proprio nei minuti di recupero del pt. Fascia destra abbandonata a se stessa (con Karsdorp in versione chi l’ha visto?), cross comodo e colpo di testa solitario in area di Paixao, non proprio un gigante.
Nella ripresa c’era da temere il peggio e invece la Roma lentamente rialza la testa. Non subisce tiri pericolosi (Svilar sarà costretto ad intervenire solo una volta), alza il baricentro e il redivivo Lukaku pareggia meritatamente al 67’ avvitandosi di testa al terzo tentativo aereo. Poi qualche cambio inevitabile, il consueto calo fisico, stavolta in parte giustificato dal dispendio di energie psicofisiche messe in campo e l’assalto finale del Fejenoord con i giallorossi in apnea nei 7’ di recupero. Ora ci si giocherà tutto giovedì all’Olimpico in una gara di ritorno che si preannuncia difficile ma con la consapevolezza di una squadra che vuole sempre imporre il proprio gioco e non attendere gli eventi.
Prima il match di Frosinone, coi gialloblù di Di Francesco in crisi ma da non sottovalutare e un turnover obbligato nel quale dovrà essere bravo De Rossi a gestire le forze.
Svilar 6, Karsdorp 5 (dall’81’ Celik sv), Mancini 6, Llorente 5, Spinazzola 6,5, Bove 6 (dall’87’ Cristante sv), Paredes 6,5, Pellegrini 7, Dybala 6 (dall’87’ Baldanzi sv), Zalewski 5 (dal 63’ El Shaarawy 5,5). All. De Rossi 6,5
Claudio Fontanini