Esperienza e competenza. Le due qualità sulle quali punta il premier Mario Draghi nella gestione della partita nomine a 360 gradi. Confermato il ‘metodo Draghi’ -“sceglierà lui presidenti e ad”, assicurano fonti del Mef- i riflettori, complice il terremoto generato dal caso Fedez, si accendono su viale Mazzini, dove a fine giugno il governo -nello specifico il ministero dell’Economia- dovrà indicare presidente e ad Rai, giunte al capolinea le esperienze di Fabrizio Salini e Marcello Foa.
Nonostante il pressing dei dem su Tinny Andreatta, un passato in Rai e oggi in forza a Netflix -un nome, il suo, ben visto anche dai 5 Stelle- fonti del Mef assicurano all’Adnkronos che Draghi sta esplorando anche altre strade: puntare su un profilo di alta dirigenza, un nome più tecnico, che “faccia quadrare i conti e sappia muoversi” nei meandri della tv pubblica. Una nomina nel segno della discontinuità, non nei nomi in senso stretto ma nella gestione di Viale Mazzini.
Quanto alla presidenza, il nome in pole continua ad essere quello dell’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, stimato da Draghi e benvisto anche dal grosso delle forze di maggioranza. Stando ai rumors, tuttavia, potrebbe esserci anche un ritorno al passato, con l’indicazione dell’ex presidente Rai Lucia Annunziata.