Giorgia Meloni scrive ai militanti di Fdi, in data 7 ottobre. La presidente, dopo la bufera per il caso Fidanza-Fanpage, torna a ribadire come “nel nostro quadro di valori, progetti, stili di vita, comportamenti pubblici e privati non c’è spazio per razzismo, odio, nostalgie storiche e tentazioni totalitarie”. Meloni ricorda a tutti il documento interno dello scorso primo luglio – documento di tre mesi fa che AdnKronos ha potuto visionare – in cui era indicata con chiarezza la linea del partito, relativamente ai comportamenti da tenere. Un testo con tanto di decalogo di regole da seguire. Regole ricordate anche ieri, perché “come avevamo previsto siamo sotto attacco – scrive Meloni in una chat interna al partito -. Siamo liberi e per questo facciamo paura”.
“Noi sappiamo benissimo che Fdi ha fatto un altro percorso rispetto all’immagine che provano a dare di noi in questi giorni. Per questo chiunque offra, con comportamenti non adeguati, occasioni di macchiare il faticoso percorso che abbiamo intrapreso per dare all’Italia una destra moderna e adeguata al governo della Nazione sarà considerato incompatibile con Fratelli d’Italia”, conclude Meloni.
Nella mail del primo luglio, si parte dal successo del partito, dagli ultimi sondaggi. “Siamo cresciuti sempre di più e ormai più istituti demoscopici ci hanno attribuito il risultato di primo partito in Italia”, si legge nel testo oltre tre mesi fa, richiamato dalla Meloni ancora ieri. ” E’ un dato emozionante, da far tremare le gambe, che deve farci sentire ancor più il peso delle nostre responsabilità”. “Per questo ti chiedo di verificare con attenzione e personalmente che nessuno dei nostri rappresentanti sul territorio offra spunti utili con scivoloni, frasi e comportamenti non consoni. Non possiamo consentire non solo per opportunità, ma soprattutto per coerenza con le nostre idee politiche, alcuna leggerezza su temi come il razzismo, la violenza, qualsivoglia discriminazione o fanatismo di ogni genere”, chiede il partito a tutti i suoi quadri.
Nel testo del primo luglio letto dall’Adnkronos è presente un vero e proprio decalogo di comportamento per tutti gli esponenti del partito, dalla “comunicazione dei nostri esponenti” che “deve essere sobria, graficamente in linea con i colori e i post nazionali”. “I contenuti di post e volantini non devono essere offensivi verso nessuno e non devono istigare alla violenza nemmeno indirettamente. Lasciamo alla sinistra la rabbia e l’odio”, si legge nel secondo punto, inviato per mail interna a tutti i dirigenti.
E ancora: “Fratelli d’Italia è l’unica sigla ufficiale (oltre quelle giovanili di Gioventù Nazionale e Azione Universitaria) con cui è consentito ai nostri iscritti di fare attività politica territoriale”. Per Meloni poi “gli iscritti che svolgono attività politica, o comunque afferente alla politica, in associazioni a noi vicine devono verificare preventivamente con il responsabile provinciale del partito la compatibilità dell’attività dell’associazione con i programmi, i valori e lo stile di Fratelli d’Italia”. “Dobbiamo evitare di ingenerare l’idea che esistano all’interno del partito correnti, gerarchie parallele o altro non previsto dal nostro statuto o che tramite altre sigle vengano svolte attività e iniziative che possano danneggiare la nostra immagine o il lavoro sul territorio del partito”.
“L’affiancamento del nostro simbolo a liste o ai movimenti civici di carattere locale va autorizzato preventivamente dal presidente provinciale del partito”, si legge ancora. “Nelle nostre sedi deve essere presente solo materiale propagandistico di Fratelli d’Italia, Gioventù Nazionale e Azione Universitaria”. Tanti paletti ben definiti, in vista anche della imminente campagna elettorale, appena conclusasi, che nelle scorse ore la leader di Fdi ha voluto ribadire dopo le ultime polemiche su presunte simpatie estremiste di alcuni esponenti di Fdi.