Con il passaggio della fase 2, orche per certi versi, a seconda delle interpretazioni è oggi già una Fase3 la necessità della convivenza con il coronavirus impone regole e procedure di comportamento e sicurezza in tutti gli ambiti, specialmente quelli professionali.
come sappiamo ad esempio sono tornati a funzionare i cantieri pubblici e privati. I primi a riprendere sono parsi i cantieri nelle carceri, nelle scuole, negli alloggi pubblici e quelli che rientrano nel piano sul dissesto idrogeologico, nei giorni del 27 aprile, mentre dal 4 maggio tutti gli altri, pubblici e privati.
A seguito di una fase di preparazione di una settimana, come indicato dal Dpcm del 26 aprile sulla fase 2, la ripresa dei lavori i cantieri passa dal rispetto di un Protocollo per il contenimento del virus Covid-19 nei cantieri, previsto tra il governo e Anci, Upi (Unione delle province italiane), e ancora Anas, Rfi, Ance (Associazione nazionale cooperative edili), Alleanza delle Cooperative, e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Fase3 quali sono le regole per i cantieri
Tutte le imprese devono attenersi a quanto indicato dalle regole da rispettare negli ambienti di lavoro, siglato il 24 aprile 2020 fra il Governo e parti sociali. Le misure sono vincolanti per i titolari del cantiere e si estendono a tutti i subappaltatori e subfornitori sul luogo di lavoro. Ecco come si lavora nei cantieri in questa fase di convivenza con il coronavirus.
Stop lavori se mancano i Dpi
Le imprese dovranno fornire, oltre al gel disinfettante, le mascherine obbligatorie se è impossibile rispettare la distanza di sicurezza e altri dispositivi di protezione individuale (dpi) quali guanti, occhiali, tute, cuffie. In assenza di dpi i lavori saranno sospesi, per il tempo necessario a reperire questi dispositivi.
L’accesso ai cantieri: come funziona
Tra le misure del protocollo, la misurazione della temperatura prima dell’accesso al cantiere: l’ingresso non sarà permesso con più di 37,5 gradi. Debbono essere rispettate tutte le raccomandazioni di carattere generale per il contenimento del contagio: la distanza di sicurezza di almeno un metro, gli strumenti di protezione individuale se il luogo di lavoro non permette di rispettare la distanza e comportamenti corretti sul piano dell’igiene.
Che accade se un lavoratore ha sintomi nel cantiere
Nel caso in cui una persona nel cantiere sviluppi febbre con temperatura superiore ai 37,5 gradi e sintomi di infezione respiratoria, lo deve dichiarare al datore di lavoro o al direttore di cantiere. La persona sarà isolata in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria. Il datore di lavoro deve collaborare con le Autorità sanitarie per l’individuazione dei “contatti stretti” di una persona presente in cantiere trovata positiva.